giovedì 19 marzo 2009

IL GRANDE SAN GIUSEPPE,PADRE DAVIDICO DI CRISTO




San Giuseppe, padre davidico del Cristo


La vita è il più grande dono che ogni essere umano riceve; è un dono che viene da Dio ma non senza la collaborazione di un padre e di una madre umani. La celebrazione della festa del 19 marzo, dedicata ai "papà", ritorna puntualmente ogni anno ed invita tutti a riflettere ed a gioire di fronte alla grandezza del dono della vita, di cui i genitori sono interpreti e custodi. Essi rappresentano una delle categorie fondamentali della società umana, anche se la più trascurata. Eppure il loro compito dovrebbe consistere non nel rimanere semplici comparse, ma diventare protagonisti delle trasformazioni della società. La paternità e la maternità sono, infatti, contemporaneamente sia un dono che un impegno.
La riflessione di questo mese si incentra appunto su colui che Gesù chiamò "Padre" e che alla missione di "Padre" e "Sposo" sacrificò tutto se stesso: S. Giuseppe, al quale è dedicata nelle pagine seguenti una preghiera (tratta dal libro "Pregate, pregate", Ed. Shalom) che chiude, come di consueto, la nostra rubrica. S. Giuseppe può considerarsi l’emblema di una cultura "presunta", poiché anche le persone che si professano devote di questo Santo, nella maggioranza dei casi non si rendono effettivamente conto della Sua reale grandezza. Seguiamo pertanto i punti salienti della rassegna storico-dottrinale di P. Tarcisio Stramare, Direttore del Movimento Giuseppino ("Gesù lo chiamò Padre", Ed. Vaticana, 1997), che spiega per quali ragioni S. Giuseppe non è semplicemente una figura marginale della Storia della Salvezza. L’umanità di Cristo percorre, per purificarla e santificarla, tutta "la via" dell’uomo, che passa attraverso la coppia, il matrimonio, la famiglia, la maternità, la paternità, inconcepibili senza San Giuseppe che, di tutti i Misteri della vita di Cristo, testimoniati nei Vangeli e celebrati nella Liturgia, è stato l’indispensabile "Ministro". La paternità di S. Giuseppe si esercita infatti attraverso gesti concreti: l’accoglienza del concepito, l’iscrizione di Gesù all’anagrafe, l’imposizione del nome, la circoncisione, la presentazione al Tempio, la protezione, il sostentamento, l’educazione ed il lavoro. Si tratta di un ruolo importantissimo, dato che , come affermato da Giovanni Paolo II nell’Esortazione Apostolica "Redemptoris Custos" del 1989, S. Giuseppe ha partecipato al disegno redentivo, che ha il suo fondamento nell’Incarnazione, come nessun’altra persona umana, ad eccezione di Maria Madre del Verbo incarnato. L’altissimo incarico e la corrispondente fiducia riposta in lui da Dio stesso, affidandogli i tesori più preziosi, Gesù e Maria, suppongono da parte di Dio, assieme a Grazie eccezionali, anche una speciale vocazione simile a quella dei profeti. Dato il rapporto d’analogia esistente tra le vocazioni profetiche, ci può illuminare la Rivelazione del Mistero di Cristo ricevuta da S. Paolo (la volontà salvifica di Dio nella pienezza dei tempi, secondo un piano che ha come oggetto la restaurazione dell’universo in Cristo) e riguardante la sua vocazione, ossia quella di impegnarsi nella missione di annunziare la salvezza ai pagani. Ebbene, come per Paolo, così anche per Giuseppe la chiamata di Dio si identifica con la Rivelazione del Mistero che lo porta, nel suo caso, ad essere testimone della volontà salvifica di Dio giunta alla sua massima espressione con il Mistero dell’Incarnazione.
Per mezzo di un Angelo, Dio comanda a Giuseppe nel sonno di tenere con sé la sposa Maria e di dare il nome al Bambino. Anche se il concepimento è opera dello Spirito Santo, Giuseppe accetta di compiere il suo alto ufficio: servire direttamente la persona e la missione di Gesù mediante l’esercizio della sua paternità. L’adesione di S. Giuseppe alla volontà di Dio manifesta "una stupenda docilità, una prontezza eccezionale di obbedienza ed esecuzione" (Paolo VI, 19 marzo 1968). La caratteristica di S. Giuseppe è "l’aver fatto della sua vita un servizio, un sacrificio, al Mistero dell’incarnazione ed alla missione Redentrice che vi è congiunta; l’aver usato dell’autorità legale, che a lui spettava sulla Sacra Famiglia, per farle totale dono di sé, della sua vita, del suo lavoro; l’aver convertito la sua umana vocazione all’amore domestico nella sovrumana oblazione di sé" (Paolo VI, 19 marzo 1966).

San Giuseppe, padre putativo di Gesù Cristo
Alla domanda che i discepoli fecero a Gesù sul motivo del suo parlare in parabole, Egli aveva risposto citando Isaia: "A voi è dato di conoscere i Misteri del Regno dei Cieli, agli altri invece non è dato. (…) Beati i vostri occhi perché vedono e le vostre orecchie perché ascoltano. In verità vi dico che molti profeti e giusti hanno desiderato vedere quello che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare quello che voi ascoltate , e non l’udirono" (Mt. 13.11-17). Giuseppe si trova non solo tra i felici destinatari della beatitudine pronunciata da Gesù: egli è il "Giusto" al quale è stato dato, in modo assolutamente privilegiato, di conoscere i Misteri del Regno, di vedere e di ascoltare l’Atteso delle genti e, unico, di sentirsi dal Lui chiamare con il nome di "Abbà", papà, lo stesso appellativo usato da Gesù con il Padre dei Cieli.
Il pensiero teologico su S. Giuseppe ha trovato un forte impulso soprattutto nella voce autorevole dei Sommi Pontefici, i quali hanno messo a fuoco con la luce del Magistero i punti essenziali della teologia giuseppina:
Pio IX con il decreto della Sacra Congregazione dei Riti "Quemadmodum Deus" (8 dicembre 1870) proclama S. Giuseppe Patrono della Chiesa Universale: è secondo solo a Maria nel potere di intercessione. Con il decreto "Inclytum Patriarcham" (7 luglio 1871) viene riconosciuta a S. Giuseppe il diritto ad un culto superiore a quello degli altri Santi, si ritiene che gli furono concesse da Dio Grazie speciali per il suo stato.
Leone XIII, nell’Enciclica "Quamquam pluries" (15 agosto 1889), espone tutta la dottrina su S. Giuseppe, dai fondamenti della sua dignità sino alla ragione singolare per cui merita di essere proclamato Patrono di tutta la Chiesa, modello ed avvocato di tutte le famiglie cristiane.
Benedetto XV, nel Motu proprio "Bonum sane" (25 luglio 1920), ricorda l’efficacia della devozione a S. Giuseppe come rimedio ai problemi del dopoguerra e raccomanda inoltre di supplicarlo in favore dei moribondi, poiché "egli è ritenuto meritatamente il loro più efficace protettore, essendo spirato con l’assistenza di Gesù e Maria".
Pio XI, nell’Allocuzione del 19 marzo 1928 sostiene la superiorità di S. Giuseppe su S. Giovanni Battista e S. Pietro; nell’Allocuzione del 19 marzo 1938 riconosce all’intercessione di S. Giuseppe il titolo di "onnipotente". Pio XI, riservando a S. Giuseppe il titolo di "Padre della grande Carità", poteva additarlo, nella descrizione evangelica del Giudizio Universale, per una sua particolarità: "Insieme con Maria, la particolarità di S. Giuseppe sarà in quell’ultimo giorno di non dire nulla, di non rispondere, di non poter replicare interrogando alla constatazione suprema del Giudice Divino. Giacché, quando il Signore dirà la grande spiegazione dell’eterno premio dei giusti, S. Giuseppe, unico tra questi, non risponderà con espressione di meraviglia. In mezzo a tutto quel generale stupore, uno solo non rimarrà affatto meravigliato: S. Giuseppe, il quale si troverà nella verità vissuta ed esperimentata. Allorché il Signore gli ricorderà che aveva avuto fame e gli aveva dato da mangiare e, aveva avuto sete e lo aveva dissetato, era spoglio e lo aveva rivestito, S. Giuseppe risponderà: "E’ vero, o Signore, è tutto vero" (19 marzo 1936).
Pio XII nel discorso del 1° maggio 1955, istituisce la festa liturgica di S Giuseppe Operaio.
Giovanni XXIII, nella Lettera Apostolica "Le voci" del 19 marzo 1961, riassume gli atti dei precedenti pontefici in onore di S. Giuseppe e lo nomina protettore del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Paolo VI, nella Cost. "Lumen Gentium" (21 novembre 1964) accoglie l’inserimento del nome di S. Giuseppe nel Canone della S. Messa.
8) Giovanni Paolo II, nell’Enc. "Redemptor hominis" (4-3-1979), inserisce S. Giuseppe nel cuore della Redenzione. Nell’Allocuzione del 19 marzo 1980 propone S. Giuseppe come modello a "tutti i Pastori e Ministri della Chiesa, perché servano il popolo di Dio con dedizione attiva e generosa, come S. Giuseppe servì degnamente il Signore Gesù e la Vergine Madre". Nell’Enc. "Redemptoris Mater" (25 marzo 1987) S. Giuseppe è presente in tutti gli episodi dell’infanzia di Gesù. Nell’Esortazione Apostolica "Redemptoris Custos" (15-8-1989) vi è un’ampia riflessione sulla figura e la missione di S. Giuseppe nella vita di Cristo e della Chiesa. "Ancora oggi – scrive Giovanni Paolo II – abbiamo perduranti motivi per raccomandare a S. Giuseppe ogni uomo (RC, n° 31). "Questo patrocinio deve essere invocato ed è necessario tuttora alla Chiesa, non solo a difesa contro gli insorgenti pericoli, ma anche e soprattutto a conforto del suo rinnovato impegno di evangelizzazione nel mondo e di rievangelizzazione in quei Paesi e nazioni dove la religione e la vita cristiana erano un tempo quanto mai fiorenti, e che sono ora messe a dura prova" (RC, n°29). Giovanni Paolo II, dopo aver notato che "le anime più sensibili agli impulsi dell’amore divino vedono a ragione in S. Giuseppe un luminoso esempio di vita interiore", spiega come "l’apparente tensione tra la vita attiva e la vita contemplativa trova in lui un ideale superamento, possibile a chi possiede la perfezione della carità. Che S. Giuseppe diventi per tutti un singolare maestro nel servire la missione salvifica di Cristo, compito che nella Chiesa spetta a ciascuno e a tutti: agli sposi ed ai genitori, a coloro che vivono del lavoro delle proprie mani o di ogni altro lavoro, alle persone chiamate alla vita contemplativa come a quelle chiamate all’apostolato" (RC, n°32). L’insigne esempio di S. Giuseppe, infatti, "supera i singoli stati di vita e si propone all’intera comunità cristiana, quali che siano in essa la condizione ed i compiti di ciascun fedele" (RC, n°30). Aggiungiamo che nella prefazione del nuovo codice di Diritto Canonico, promulgato da Giovanni Paolo II il 25 gennaio 1983, la retta osservanza delle norme è affidata, dopo l’impetrazione della Beatissima Vergine Maria, Madre della Chiesa, "Al suo sposo S. Giuseppe, patrono della Chiesa". Il Catechismo della Chiesa Cattolica, promulgato dallo stesso pontefice nel 1992, dedica la giusta attenzione ai "Misteri dell’infanzia e della vita nascosta di Gesù" dei quali S. Giuseppe è stato "Ministro" (nn°522-534) ed invita "ad affidarci a S. Giuseppe, Patrono della Buona Morte" (n°1014). A Te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fidu­ciosi invochiamo il Tuo patrocinio insieme a quello della Tua Santissima Sposa. Per quel sacro vincolo di carità, che Ti strinse all'Immacolata Vergine Maria Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fan­ciullo Gesù, riguarda, Te ne preghia­mo, con occhio benigno, la cara ere­dità che Gesù Cristo acquistò con il suo Sangue, e con il Tuo potere ed aiuto, soccorri ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o Padre amantissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal Cielo in questa lotta con il potere delle tenebre, o nostro fortissimo Protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del Bambino Gesù, così ora difendi la Santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità. Estendi sopra ciascuno di noi il Tuo continuo patrocinio, affin­ché con il Tuo esempio, e con il Tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire, e consegui­re l'eterna beatitudine in Cielo. Amen
Sacro Manto in onore di San Giuseppe
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. O Dio, vieni a salvarmi.Signore vieni presto in mio aiuto.sei tu il mio soccorso,la mia salvezza:Signore non tardare.(Sal, 69,2.6)
3 Gloria al Padre(Dedicati alla Santissima Trinità, in ringraziamento per aver innalzato San Giuseppe ad una personalità eccezionale)
OFFERTA
Eccomi, San Giuseppe, Prostrato devotamente innanzi a te, ti presentiamo questo Manto prezioso insieme al proposito della mia devozione fedele e sincera.Tutto quello che potrò fare in tuo onore, durante la mia vita, io intendo seguirlo, per mostrarti tutto il mio amore verso di te.Aiutami, San Giuseppe. Assistimi ora e in tutta la mia vita, ma soprattutto nell'ora della mia morte, come tu fosti assistito da Gesù e da Maria, perché ti possa un giorno onorare nella patria celeste per tutta l'eternità. Amen.
San Giuseppe, glorioso patriarca, prostrato innanzi a te, ti venero devotamente e ti offro queste mie preghiere, a ricordo delle tue innumerevoli virtù.In te ebbe compimento in modo sublime il sogno misterioso dell'antico Giuseppe, poiché, non solo il Sole Divino, Gesù, ti circondò con i suoi fulgidissimi raggi, ma anche la Mistica Luna, Maria, ti rischiarò con la sua dolce luce.Glorioso San Giuseppe, come l'esempio di Giacobbe, che andò personalmente a rallegrarsi con il suo figlio prediletto, esaltato sopra il trono dell'Egitto, servì a trascinarvi anche gli altri suoi figli, così spero che l'esempio di Gesù e di Maria, che ti onorarono con tutta la loro stima e con tutta la loro fiducia, convincano anche me ad interesse in tuo onore questo Manto prezioso.O gran Santo, fa' che il Signore rivolga sopra di me uno sguardo di benevolenza. Come l'antico Giuseppe non scacciò i colpevoli fratelli, anzi li accolse pieno di amore, li protesse e li salvò dalla fame e dalla morte, così tu, o dolcissimo custode di Gesù, mediante la tua intercessione, fa' che il Signore non voglia mai abbandonarmi in questa valle di esilio.Ottienimi, inoltre, la grazia di conservarmi sempre nel numero dei tuoi servi devoti e, come loro, di vivere sereno sotto il Manto della tua protezione ogni giorno della mia vita e nel momento della mia morte. Amen.
ORAZIONI
Salve, glorioso San Giuseppe, custode dei tesori incomprensibili del cielo e padre davidico di Colui che nutre tutte le creature.Dopo Maria, Santissima tu sei il Santo più degno del nostro amore e meritevole della nostra venerazione. Fra tutti i Santi, tu solo avesti l'onore di allevare, guidare, nutrire e abbracciare il Messia, che tanti profeti e re avevano desiderato vedere.San Giuseppe, salvi la mia anima e ottienimi dalla Misericordia Divina la grazia che umilmente imploro.Ti ricordo anche le anime benedette del purgatorio, perché tu ottenga loro grande sollievo nelle loro pene.
Padre nostroAve MariaGloria al Padre
Potente San Giuseppe, che fosti proclamato patrono universale della Chiesa, t'invoca fra tutti i Santi, quale fortissimo protettore dei miseri, e benedico mille volte il tuo cuore, sempre pronto a soccorrere ogni sorta di bisogni.A te, caro San Giuseppe, fanno ricorso la vedova, l'orfano, l'abbandonato, l'afflitto ed ogni sorta di sventurati. Poiché non c'è dolore, angoscia o disgrazia che tu non abbia pietosamente soccorso, degnati, per i doni che Dio ha messo nelle tue mani, di ottenermi la grazia che ti domando.Anche voi, anime Sante del purgatorio, supplicate San Giuseppe per me.
Padre nostroAve MariaGloria al Padre
Tu, o caro Santo, che conosci tutti i miei bisogni, prima ancora che li esponga con la preghiera, sai quanto mi è necessaria la grazia che ti domando. L'anima mia addolorata non trova riposo in mezzo alle pene.Nessun cuore umano potrebbe comprendere la mia angoscia; se pure trovassi compassione presso qualche anima caritatevole, essa non mi potrebbe aiutare. Tu, invece, hai donato conforto e pace, grazie e favori a tante persone che ti hanno pregato prima di me; per questo mi prostro davanti a te e ti supplico sotto il grave peso che mi opprime.A te, o San Giuseppe, ricorro e spero che non mi vorrai respingere, poiché Santa Teresa ha detto e ha lasciato scritto nelle sue memorie: "Qualunque grazia si domanda a San Giuseppe verrà certamente concessa".O San Giuseppe, consolatore degli afflitti, abbi pietà del mio dolore e porta verso la luce divina e la felicità le anime Sante del purgatorio, che tanto sperano dalle nostre preghiere.
Padre nostroAve MariaGloria al Padre
Eccelso Santo, per la tua perfettissima obbedienza a Dio, abbi pietà di mePer la tua santa vita piena di meriti, esaudiscimiPer il tuo carissimo nome, aiutamiPer il tuo clementissimo cuore, soccorriciPer le tue sante lacrime, confortamiPer i tuoi Dolori, abbi compassione di mePer le tue Allegrezze, consola il mio cuoreDa ogni male dell'anime del corpo, liberamiDa ogni pericolo e disgrazia, salvami
Soccorrimi con al tua santa protezione e, nella tua Misericordia e potenza, ottienimi tutto ciò che mi è necessario e, soprattutto, la grazia di cui ho particolarmente bisogno.Ti ricordo anche le anime care del purgatorio, perché tu ottenga loro l'immediata liberazione dalle pene.
Padre nostroAve MariaGloria al Padre
Glorioso San Giuseppe, innumerevoli dono e grazie e i favori, che tu ottieni per i poveri afflitti.Tutti coloro che sono ammalati, oppressi, affamati e offesi nella loro dignità umana, calunniati, traditi, implorano la tua regale protezione, certi di venire esauditi nelle loro domande.Non permettere, San Giuseppe carissimo, che io sia il solo, fra tante persone beneficate, a restare privo della grazia che ti domando. Mostrati anche verso di me potente e generoso, e ti ringrazierò come mio grande protettore e particolare liberatore delle anime Sante del purgatorio.
Padre nostroAve MariaGloria al Padre
Eterno Divin Padre, per i meriti di Gesù e Maria, degnati di concedermi la grazia che imploro.A nome di Gesù e di Maria, mi prostro riverente alla tua divina presenza e ti prego devotamente di accettare la mia ferma decisione di essere tra i molti che vivono sotto la protezione di San Giuseppe.Benedici quindi il prezioso manto, che io oggi dedico a lui quale segno della mia devozione.
Padre nostroAve MariaGloria al Padre

Pie Suppliche
S.Giuseppe, prega Gesùche venga nell'anima mia e la santifichi.
S.Giuseppe, prega Gesùche venga nel mio cuore e lo infiammi di carità.
S.Giuseppe, prega Gesùche venga nella mia intelligenza e la illumini.
S.Giuseppe, prega Gesùche venga nella mia volontà e la fortifichi.
S.Giuseppe, prega Gesùche venga nei miei pensieri e li purifichi.
S.Giuseppe, prega Gesùche venga nei miei affetti e li regoli.
S.Giuseppe, prega Gesùche venga nei miei desideri e li diriga.
S.Giuseppe, prega Gesùche venga nelle mie operazioni e le benedica.
S.Giuseppe, ottienimi da Gesùil suo santo amore.
S.Giuseppe, ottienimi da Gesùl'imitazione delle tue virtù.
S.Giuseppe, ottienimi da Gesùla vera umiltà di spirito.S.Giuseppe, ottienimi da Gesùla mitezza di cuore.
S.Giuseppe, ottienimi da Gesùla pace dell'anima.
S.Giuseppe, ottienimi da Gesùil desiderio della perfezione.
S.Giuseppe, ottienimi da Gesùla dolcezza di carattere.
S.Giuseppe, ottienimi da Gesùun cuore puro e caritatevole.
S.Giuseppe, ottienimi da Gesùl'amore al patimento.
S.Giuseppe, ottienimi da Gesùla sapienza delle verità eterne.
S.Giuseppe, ottienimi da Gesùla perseveranza nell'operare il bene.
S.Giuseppe, ottienimi da Gesùla fortezza nel sopportare le croci.
S.Giuseppe, ottienimi da Gesùil distacco dai beni di questa terra.
S.Giuseppe, ottienimi da Gesùdi camminare per la via stretta del cielo.
S.Giuseppe, ottienimi da Gesùdi essere libero da ogni occasione di peccato.
S.Giuseppe, ottienimi da Gesùun santo desiderio del Paradiso.
S.Giuseppe, ottienimi da Gesùla perseveranza finale.
S.Giuseppe,fa' che il mio cuore non cessi mai di amarti e la mia lingua di lodarti.
S.Giuseppe,per l'amore che portasti a Gesù, aiutami ad amarlo.
S.Giuseppe,degnati di accogliermi come tuo devoto.
S.Giuseppe,io mi dono a te: accettami e soccorrimi.
S.Giuseppe,non mi abbandonare nell'ora della morte.
Gesù, Giuseppe e Maria,vi dono il cuore e l'anima mia.
Padre nostroAve MariaGloria al Padre










martedì 17 marzo 2009

LA SANTA MESSA, LA PAROLA E L'EUCARESTIA... DANNO FORZA AL CORPO E ALLO SPIRITO

PRIMA LETTURA--------------------------Dn 3, 25. 34-45‡ Dal libro del profeta Daniele.In quei giorni, Azaria, alzatosi, fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca disse: Non ci abbandonare fino in fondo, Signore per amore del tuo nome, non rompere la tua alleanza; non ritirare da noi la tua misericordia, per amore di Abramo tuo amico, di Isacco tuo servo, d'Israele tuo santo, [36]ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare la loro stirpe come le stelle del cielo, come la sabbia sulla spiaggia del mare. Ora invece, Signore, noi siamo diventati più piccoli di qualunque altra nazione, ora siamo umiliati per tutta la terra a causa dei nostri peccati. Ora non abbiamo più né principe, né capo, né profeta, né olocausto, né sacrificio, né oblazione, né incenso, né luogo per presentarti le primizie e trovar misericordia. Potessimo esser accolti con il cuore contrito e con lo spirito umiliato, come olocausti di montoni e di tori, come migliaia di grassi agnelli. Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te e ti sia gradito, perché non c'è confusione per coloro che confidano in te. Ora ti seguiamo con tutto il cuore, ti temiamo e cerchiamo il tuo volto. Fà con noi secondo la tua clemenza, trattaci secondo la tua benevolenza, secondo la grandezza della tua misericordia. Salvaci con i tuoi prodigi, dá gloria, Signore, al tuo nome.
SALMO Sal.24----------------RIT: ‡ Salvaci, Signore, tu che sei fedele.Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua verità e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza, in te ho sempre sperato. Ricordati, Signore, del tuo amore, della tua fedeltà che è da sempre. Ricordati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore. Salvaci, Signore, tu che sei fedele.Buono e retto è il Signore, la via giusta addita ai peccatori; guida gli umili secondo giustizia, insegna ai poveri le sue vie.

Gloria e lode a te, o Cristo!‡ Siate misericordiosicome è misericordioso il Padre vostro;perdonate e vi sarà perdonato.Gloria e lode a te, o Cristo!
VANGELO-----------------Mt 18, 21-35Dal Vangelo secondo Matteo‡ In quel tempo, Pietro si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?» . E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello».C: Parola del Signore.A: Lode a Te o Cristo.

PREGHIERA DEI FEDELI--------------------------------------Il vangelo ci invita a perdonare come noi siamo perdonati da Dio. Preghiamo dunque il Signore perchè ci aiuti ad essere umili e misericordiosi. Diciamo insieme:Ascoltaci, o Signore.Perchè ogni uomo possa sperimentare la gioia del perdono e della riconciliazione con Dio, e non si lasci mai prendere dalla paura o dalla vergogna davanti alle proprie colpe. Preghiamo:Perchè i ministri del sacramento della riconciliazione siano efficaci mediatori della misericordia di Dio che comprende le nostre debolezze e ci dona la forza per riprenderci. Preghiamo:Perchè il perdono che riceviamo dai fratelli sia un invito alla correzione dei nostri difetti e ad una continua conversione del cuore. Preghiamo:Perchè le nazioni ricche aiutino gratuitamente e senza alcun ricatto i popoli poveri. Preghiamo:Perchè questa eucaristia, segno di festa e di perdono, sia il canto di ringraziamento della nostra assemblea al Padre che ha fatto di Cristo il tempio della nuova alleanza. Preghiamo:Per chi è rimasto fedele al Signore anche nella prova.Per chi non ha ancora vissuto l'esperienza di essere perdonato.O Dio della misericordia e del perdono, che hai inviato il tuo Figlio, morto sulla croce per la remissione dei nostri peccati; liberaci da ogni colpa e fa' che viviamo nella gioia del tuo perdono. Per Cristo nostro Signore. Amen.OFFERTORIO--------------------Accogli con bontà, o Padre, i doni che ti offriamo celebrando l'incarnazione del tuo unico Figlio, e fà che la tua Chiesa riviva nella fede il mistero in cui riconosce le sue origini. Per Cristo nostro Signore.PREFAZIO----------------E' veramente cosa buona e giusta, innalzare un inno a te, Padre onnipotente, e cantare insieme la tua lode. Tu vuoi che ti glorifichiamo con le opere della penitenza quaresimale, perchè la vittoria sul nostro egoismo ci renda disponibili alle necessità dei poveri, a imitazione di Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli, ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti, cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria:
Ecco, la Vergine concepiràe darà alla luce un Figlio:sarà chiamato Emmanuele, Dio con noi.
O Padre, che ci hai accolti alla tua mensa, conferma in noi il dono della vera fede, che ci fa riconoscere nel figlio della Vergine il tuo Verbo fatto uomo, e per la potenza della sua risurrezione guidaci al possesso della gioia eterna. Per Cristo nostro Signore.


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DALLA REGOLA DEL NOSTRO SANTO PADRE BENEDETTO-------------------------------------------------------------------Noi crediamo che Dio è presente dappertutto e che gli occhi del Signore scrutano in ogni luogo buoni e cattivi (Pr 15,3); ma crediamolo soprattutto senza alcun dubbio quando prendiamo parte all'Opera di Dio. Perciò richiamiamo continuamente alla memoria quanto dice il profeta: «Servite il Signore con timore» (Sal 2,11); e ancora: «Cantate inni con arte» (Sal 46,8); e: «A te voglio cantare davanti agli angeli» (Sal 137,1). Consideriamo dunque quale deve essere il nostro atteggiamento alla presenza di Dio e dei suoi angeli e salmodiamo in modo tale che il nostro spirito concordi con la nostra voce. Cap.19,1-7.
I SANTI DEL GIORNO------------------------------------- San Patrizio, Vescovo [BIOGRAFIA] La ricostruzione della vita di San Patrizio rappresenta un rebus per gli storici. Nato nella Britannia Romana – si è sempre considerato romano e questa sua affinità spirituale con Roma sarà fondamentale nella sua missione di evangelizzazione. Dopo una giovinezza passata nello svago fu rapito da pirati irlandesi e fu venduto come schiavo. Della successiva parte della vita, caratterizzata da viaggi in Gallia e anche in Italia possiamo conoscere poco se non la presenza di una forte vocazione che lo guiderà nelle sue decisioni importanti e gli farà superare diversi ostacoli. Fu consacrato vescovo d’Irlanda come successore di Palladio e impostò la sua opera pastorale con l’instaurare diocesi e cercò, con successo, di innestare nel sistema sociale tribale indigeno la tradizione romana seguendo il modello romano di Sant’Agostino e con l’accentuazione del valore della comunità ecclesiastica e del cenobio. La volontà della chiesa era rappresentata dai numerosi sinodi da lui promossi, sull’esempio delle chiese di più antica tradizione. Morì nel 461, ma anche su questa data vi sono forti discordanze fra gli storici che la fanno risalire anche verso il 492.
OGGI SONO STATO HA MESSA LA CHIESA SAN ROCCO DI BARI,DEL PREZZIOSSIMO SANGUE.....
E STATO UNA GRANDE GIORNATA,HO FATTO COMPAGNIA HA GESU' SACRAMENTATO ALLA PAROCCHIA, SAN CARLO BOROMEO. UNA GIORNATA BELLISIMA INCOMPAGNIA DEL MIO SIGNORE E DELLA MAMMA MARIA..... COSA VOLERE DI PIU'? NULLA HO LUI O TUTTO.... LODE,ONORE,GLORIA E POTENZA AL MIO SIGNORE, GESU'.
PACE E BENE HA TUTTI VOI.......

Lourdes, Francia "Nostra Signora di Lourdes"


Lourdes, Francia "Nostra Signora di Lourdes" Il giorno 11 febbraio 1858 Bernardetta Soubirous una ragazza di 14 anni lasciò il Dungeon, il rifugio della sua famiglia ormai ridotto alla povertà, per andare a raccogliere legna da ardere con la sua Bernadette sentito "il suono del vento" e poi vide una luce che presto illuminato la silhouette di una ragazza ", come i giovani e le piccole, come lei stessa"; 1,40 m a 14 anni! La ragazza sorrise al suo sorriso e la invita a pregare. Il 18 febbraio vi è stato uno scambio di promesse: "Vuoi farmi la grazia di venire qui oc per due settimane?" Ha detto Sì Bernadette. "Io non prometto di rendervi felice in questo mondo, ma negli altri." L'altro mondo è il mondo d'amore che Bernadette era di esperienza su questa terra, anche nel bel mezzo della sofferenza. Durante le 2 settimane, il modo di altre parti del mondo che è stato fatto notare come la sua, la conversione e il cambiamento del cuore. "Penitenza! Pregate Dio per la conversione dei peccatori". "Vuoi eseguire la scansione su mani e ginocchia e baciare la terra per la conversione dei peccatori?" "Penitenza, Penitenza, Penitenza" "Andate a bere alla sorgente e lavatevi voi vi". "Mangia qualche erba che cresce lì". La primavera gorgogliare attraverso il fango. Se ogni persona ha avuto il tempo e ha avuto il coraggio di grattare via il guscio di egoismo e peccati che ci obbligano ad eseguire la scansione su mani e ginocchia e mangiare l'erba come gli animali ciascuno potrebbe esperienza nel profondo del proprio cuore una viva provenienti dal Cuore di Gesù, dal cuore stesso di Dio: H eloved noi, fino al punto di venire tra noi, anche tra i nostri peccati e la nostra morte. Martedì 2 marzo: l'ultima richiesta. "Andate e riferite a sacerdoti di venire qui in processione e una cappella bild" 16. Aspetto il 25 marzo la festa della Annunciazione e il concepimento di Gesù nel grembo di Maria, la ragazza ha detto: "Io sono l'Immacolata Concezione" Maria consente la luce e la vita di Dio a passare attraverso di lei, al fine di dare al mondo. Maria Bernadette vide nuovamente dopo la Pasqua su Mercoledì 7 aprile e 16 luglio, la data in cui lei era il lato del Gave e nonostante la distanza potrebbe dire: "ho visto il suo proprio come se mi trovavo nella Grotta" AS Maria disse a Bernadette IERI OGGI LO dice DI NOI: "CHE FARE IL FAVORE DI ME di venire qui" Bernadette ha detto di Maria "Era come giovani e piccoli, come me." "E 'stata la prima volta qualcuno ha parlato di me in un modo rispettoso". Noi immaginare Dio e dei santi sono persone molto in alto e lontano, che di fatto Dio è così potente che può fare ben poco se stesso in modo da parlare con noi e ci chiama. Egli parla a noi e allo stesso tempo infinitamente rispettando la nostra libertà, poiché egli ci ama. Bernadette potrebbe avere disappered Lourdes da chiunque, senza pagare alcun attenzione: era così insignificante eccezione di Dio, che ha riconosciuto in lei una bambina che somigliava lui. "Tu sei prezioso ai miei occhi, e si sono onorato e ti amo" (Isaia 43 / 4) Se siete a Lourdes non è un incidente: ero qui per te, Dio dice a noi, per mostrare il mio amore. AS Maria disse a Bernadette IERI, così dice a U. S. OGGI: "Io non prometto di farti felice IN QUESTO MONDO, MA GLI ALTRI" Noi non siamo invitati a soffrire sulla terra wit dimissioni di ottenere finalmente la felicità al di là della morte. L'altro mondo comincia qui e ora: è già l'inferno per quelli che affondano in egoismo. Per coloro che hanno aperto i loro cuori ad amare, il paradiso è già iniziata. In estrema povertà del carcere, dove ha vissuto Bernadette nel 1858 conobbe la vera gioia di amore familiare. Più tardi mi ha detto: "Sono felice per il mio letto di dolore con la mia crocifisso più di una regina sul suo trono." Il segreto della felicità è di dare il benvenuto a poco a poco, anche attraverso le delusioni, gli insuccessi e le sofferenze, l'aspetto e la chiamata di Colui che ci ha amati fino alla fine. AS Maria disse a Bernadette IERI, così dice a U. S. OGGI: «Penitenza, penitenza, penitenza prega per la conversione dei peccatori" Bernadette è stata invitata a raschiare il fango sul fondo della Grotta una molla fino uscì. A tal fine ha dovuto eseguire la scansione su mani e ginocchia, come gli animali, come i maiali, che spesso è venuto a rifugiarsi nel foro nella roccia. Ha mimed la condizione di peccatori che abbandonare il loro status di uomini liberi e donne sotto il sole di Dio sceglie di vivere come animali senza ragione. Ha seguito la strada di Gesù, che immerso in se stesso i nostri peccati, la nostra sofferenza, la morte, al fine di passare attraverso di loro e li conquista. Per fare penitenza è lasciarsi tratto lungo la strada della solidarietà. Lasciamo Gesù cambiare il nostro cuore di pietra di lasciarlo innesto su un cuore di carne, che potrebbe subire dalla povertà del mondo e così entrare nella dinamica di amore. AS Maria disse a Bernadette IERI, così dice a U. S. OGGI: "VAI E DRINK ALLA PRIMAVERA WASH E VOI NON VI" L'acqua di Lourdes è normale acqua. E 'un segno che Maria usa per ricordarci delle parole di Gesù ". Se qualcuno lo lasciò sete venga a me. Lasciate che il venire a bere uno che crede in me "Egli ha parlato dello Spirito, che coloro che avevano creduto in lui sono state per ricevere" (Giovanni 7/37-39). Bere e lavare ritrovare se stessi ... la grazia del Battesimo, in tuffo te th Elife di Dio, che non ha paura di buttarsi in sé la nostra umanità. Dobbiamo riscoprire la grazia del sacramento della Penitenza o Riconciliazione. E 'come una nuova nascita per noi. AS Maria disse a Bernadette IERI, così dice a U. S. OGGI: "VIENI QUI IN PROCESSIONE E costruire una chiesa" La Chiesa non è il gruppo di club o per coloro che credono in Gesù. Si tratta di poveri e deboli, che non sono mai scelti dal mondo, ma che Dio misteriosamente chiamate. Noi diventiamo messaggeri di misericordia. Vegliate! Siamo già sulla strada a Lourdes, a prendere parte alla processione. Consentitemi di tutta la nostra vita è un pellegrinaggio, una fiducia cammino verso la cappella o chucrh, la città santa di Dio prepara per noi e nella quale Egli ci attende. Le nostre chiese su questa terra sono solo per noi il segno e la memoria di questo incontro di amore. AS Maria disse a Bernadette IERI, così dice a U. S. OGGI: "Io sono l'Immacolata Concezione" Y Finall l'apparizione ha dato il suo nome a Bernadette il 25 marzo 1858, ma non era il suo nome civile "Il mio nome è Maria: Sono nato a Nazareth." E 'stato il segreto del suo cuore che ha condiviso dopo 3 settimane di riunione (11 febbraio - 4 marzo). E 'stato il nuovo nome con cui l'angelo Gabriele ha salutato l'Annunciazione a sua: è quello in cui Dio mette tutta la sua gioia. Maria è immacolata, senza macchia, completamente trasparente, con la luce di Dio, in modo accogliente al suo Signore che Egli può venire a vivere in lei e diventare un uomo. Essa diventa la "concezione di Dio" la "Madre di Dio". Maria scarpe noi la nostra missione: non abbiate paura di diventare santi, è sufficiente aprire a voi l'amore che si dona a voi. È l'amore per portare il mondo, vi sarà "madre di Dio" per il mondo. Maria è la creatura più perfetta agli occhi di Dio, ella è anche la figura e la Madre della Chiesa. Possiamo confidare noi a lei, Dio ci rende suoi figli. (Tutte le informazioni di cui sopra sono da "Lourdes, Guida per i pellegrini e visitatori", Edizioni Oeuvre de la Grotte, provited gentilmente dal Santuario di Nostra Signora di Lourdes, Lourdes, Francia.) Ancora oggi, circa un milione di pellegrini e visitatori 5500000 venire a Lourdes da tutto il mondo. Alcuni sono veri credenti, alcuni sono solo curioso. Molti vengono a essere guariti, sia fisicamente che spiritualmente. L'acqua di Lourdes, la Madonna ha promesso con esso. Miracoli accadere ogni giorno a Lourdes, non sempre miracolose guarigioni fisiche, ma i miracoli che avvengono a Lourdes ogni giorno sono la conversione dei poveri peccatori.

I CONCILI ECUMENICI


I CONCILI ECUMENICILa chiesa cattolica, già prima del Grande Scisma, ha elaborato un insieme di dottrine e dogmi definiti come cristologia, durante i primi sette concili ecumenici, in base ai quali altre correnti di pensiero o altre intepretazioni delle scritture sono state definite eresie.I. Primo concilio di Nicea (325). Nel cosiddetto Simbolo Niceno (o "Credo breve") il Figlio è definito consustanziale (omoùsion) al Padre, cioè «della stessa sostanza del Padre», con una implicita condanna della dottrina di Ario. II. Primo concilio di Costantinopoli (381). Ribadisce il concilio di Nicea formulando il Simbolo Niceno-Costantinopolitano ("Credo lungo"), ampliamento del precedente. III. Concilio di Efeso (431). Stabilisce che Maria è «Madre di Dio» (Θεοτόκος, Theotókos) e che in Cristo sono unite la natura umana e divina in una sola persona, condannando implicitamente il difisismo di Nestorio, l'adozionismo e il docetismo.IV. Concilio di Calcedonia (451). Stabilisce che nell'unica persona-ipostasi (sostanza) di Gesù vi sono le due nature, umana e divina, «senza confusione, immutabili, indivise, inseparabili» , con una condanna implicita, dunque, del monofisismo di Eutiche. V. Secondo concilio di Costantinopoli (553). Riafferma le dottrine cristologiche stabilite nei precedenti concili, condannando esplicitamente diversi autori, tra cui Apollinare, Nestorio, Eutiche.VI. Terzo concilio di Costantinopoli (680-681). Stabilisce che in Gesù vi sono sia la volontà umana che quella divina – non in contrasto tra di loro, in quanto la prima segue la seconda – , e condanna esplicitamente il monotelismo di Sergio.VII. Secondo concilio di Nicea (787). Stabilisce che chi venera un'immagine sacra venera chi è in essa riprodotto, condannando quindi l'iconoclastia(L'iconoclastia - o iconoclasmo - (dal greco εἰκόν - eikón, "immagine" e κλάω - kláo, "spezzo") è stato un movimento di carattere religioso sviluppatosi intorno alla prima metà del secolo VIII. Alla base di questo movimento stava la convinzione che la venerazione delle icone spesso sfociasse in idolatria. Questa convinzione provocò non solo un imponente confronto dottrinario ma anche la distruzione materiale di un gran numero di icone).I VANGELII Vangeli sono libri che raccontano la vita e la predicazione di Gesù Cristo. "Vangelo" è una parola d'origine greca, ευαγγέλιον (euanghélion), che arriva all'italiano attraverso il latino evangelium e significa letteralmente "lieto annunzio", "buona notizia".In senso lato, con "vangeli" si intendono diverse decine di testi che raccontano la vita e la predicazione di Gesù Cristo, alcuni dei quali perduti (vedi vangeli apocrifi). In senso proprio, si intendono usualmente solo i 4 scritti detti canonici composti in aramaico o direttamente in greco nel I secolo d.C e accettati da tutte le confessioni cristiane.Le attuali chiese cristiane riconoscono come "canonici", cioè facenti parte della Bibbia (e precisamente del Nuovo Testamento), quattro Vangeli: secondo Matteo, secondo Marco, secondo Luca e secondo Giovanni.

giovedì 12 marzo 2009

gesu' disse:"Il tempo e' compiuto,e il regno di Dio e vicino;ravvedetevi e credete al Vangelo



GESÚ DISSE: "IL TEMPO É COMPIUTO, E IL REGNO DI DIO É VICINO; RAVVEDETEVI E CREDETE AL VANGELO". (Marco cap.1 vers.15)Leggiamo nella Sacra Scrittura nella I epistola dell'apostolo Paolo ai Tessalonicesi capitolo 4 versetti da 14 a 18: "Poiché, se crediamo che Gesù Cristo è morto ed è risuscitato, Iddio condurrà con Lui quelli che dormono in Gesù. Poiché noi vi diciamo questo per parola del Signore: che noi viventi, che saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non andremo innanzi a coloro che dormono. Perché il Signore stesso, con potente grido, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per i primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo, insieme con loro, rapiti sulle nuvole, ad incontrare il Signore in aria; e così saremo sempre col Signore. Consolatevi, dunque, gli uni gli altri con queste parole".Nel passo della Sacra Scrittura, che abbiamo letto, vediamo tre fatti importantissimi:I) Gesù Cristo ritornerà dal cielo;II) i morti in Cristo risusciteranno;III) i viventi saranno trasformati ed incontreranno il Signore nell'aria.Questi fatti ci parlano del prossimo grande avvenimento mondiale, del giorno in cui Gesù apparirà dalle nuvole e attirerà i suoi a Sé per incontrarli nell'aria. Caro amico, forse è la prima volta che senti parlare di queste cose, allora, prendi la tua Bibbia e scoprirai che quest’evento è menzionato parecchie volte. La Sacra Scrittura è, come Parola di Dio, la Verità assoluta e, perciò, ciò che diciamo è una realtà, che inevitabilmente si adempirà! Sì! Gesù Cristo ritorna! Ma che avverrà quando Gesù ritornerà? Allora soltanto sarà rivelato chi appartiene alla vera chiesa. La Chiesa di Cristo è composta di persone che hanno realizzato, quaggiù, una seconda nascita interiore e spirituale e che non soltanto per la loro nascita fisica fanno parte dell'umanità, ma che per la loro seconda nascita spirituale sono divenuti membri del corpo di Cristo.La Sacra Scrittura dice nel vangelo di Giovanni al cap. 3 vers.3: "Gesù rispose e disse: in verità, in verità, io ti dico, che se alcuno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio". Colui che ha fatta l'esperienza di una nuova nascita fa parte della vera chiesa; egli è in Cristo. Quando, dunque, il Signore ritornerà, allora quelli, che per la nuova nascita sono diventati figliuoli di Dio e che sono morti durante le generazioni passate, risusciteranno ed andranno ad incontrare il Signore nell'aria. I membri della vera chiesa di Cristo, in vita durante quest’avvenimento, saranno mutati in un batter d'occhio e rapiti sulle nuvole per incontrare il Signore con i credenti risuscitati.Caro amico, sarai tu rapito al ritorno di Cristo? Ovvero, rimar¬rai su questa terra, senza Cristo? Forse sei membro di una chiesa e ne frequenti i culti; forse hai compiuto buone opere, dato per i poveri e gli infelici, hai sostenuto delle chiese e delle missioni; ascolta fratello, questo non è sufficiente per essere rapiti al ritorno di Cristo. Quando Gesù ritornerà non si curerà delle tue buone opere, non ti domanderà se sei membro di una chiesa o di una comunità religiosa o di una famiglia particolare. Per essere rapito all'incon¬tro con Gesù è determinante soltanto il fatto di essere divenuto, per effetto della nuova nascita, membro della Sua chiesa, di quella chiesa di Cristo, oggi ancora invisibile e senza denominazione. Perciò ora per te s’impone l'importante dilemma: sei nato di nuovo? Hai la certezza che i tuoi peccati sono stati veramente perdonati? Hai sperimentato la liberazione dalla potenza del peccato e del vizio? Potrai andartene con Gesù quando Egli ritornerà? Se la tua risposta non è positiva e certa, ascolta, amico caro, per natura tu sei perduto! Tu sei un peccatore, perché il peccato da Adamo in poi è passato sopra tutti gli uomini. La Sacra Scrittura dice chiaramente in Galati cap. 5 versetti da 19 a 21 quali opere iniqui ed abominevoli l'uomo naturale è capace di compiere: "Ora manifeste sono le opere della carne, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sette, invidie, ubriachezze, gozzoviglie, e altre simili cose; circa le quali vi prevengo, come gia ho predetto, che coloro che fanno tali cose non erederanno il regno di Dio". Riconosci, ora, il tuo stato di perdizione? Nonostante tutti i tuoi sforzi, senza Gesù tu ti allontani sempre più da Dio e dal Suo Regno. Il tuo cammino ti conduce alla rovina, alla condanna eterna! Non di meno, anche per te c'è una liberazione, anche tu puoi diventare membro della vera chiesa di Cristo: riconosci che nato peccatore sei separato da Dio, confessa i tuoi peccati a Gesù ed a Lui solo, presentati a Lui come realmente sei, abbandona, così, la falsa strada, prendi una nuova direzione, decidi di non servire più il peccato e satana, ma solo il tuo nuovo Maestro e Signore: Gesù Cristo!Se fai questo "dietro front" nella tua vita, Dio ti darà questo meraviglioso dono della nuova nascita, Lui ti promette il perdono pei tuoi peccati e ti darà anche la forza di riparare anche alle offese davanti agli uomini, ai quali tu hai fatto torto. Sì! Caro amico, Gesù aspetta la tua decisione, perciò fai, in questo stesso istante, il passo decisivo, cambia direzione ed accetta la mano liberatrice di Cristo e, per fede, Egli ti darà la certezza della salvezza, la vita eterna, la sicurezza di essere un vero figliuolo di Dio! Così anche tu potrai aspettare il ritorno di Cristo.Nell'ultima pagina delle Sacre Scritture nel capitolo 22 dell'Ap¬ocalisse, Gesù dice tre volte: " Ecco io vengo tosto", "Ecco io vengo tosto", "Sì! vengo tosto ". Abbiamo parlato già del ritorno di Gesù Cristo, ecco ora la domanda: "Ma quando ritornerà Gesù Cristo?" Quando avverrà quest’avvenimento straordinario?" Gesù stesso diceva "tosto" ossia "presto", eppure molti anni sono passati senza che sia avvenuto, ma non dimentichiamo che per Lui mille anni sono come un giorno. Nella Sacra Scrittura Gesù Cristo ha dato ancora altre indicazioni particolari in rapporto al Suo ritorno, indizi che ora, nel nostro secolo, diventano realtà. Leggiamo alcuni punti del vangelo di Matteo cap.24: " falsi Cristi, falsi profeti, guerre, rumori di guerre, rivolte, rivolu¬zioni, epidemie, vita cara, carestie, terremoti, segni nel cielo, ma anche proclamazione del Vangelo fra le genti".Caro amico, guardati intorno, non vedi che questi segni si adempiono ad un ritmo sempre più accelerato? Hai conoscenza dei seduttori e di tutti i falsi profeti che si fanno passare per Cristo o per suoi messaggeri? C'era stata forse, nei tempi passati, una serie di guerre come quelle del secolo presente, che trascinano con sé tutto il mondo? Sai tu che oggi gran parte dell'umanità manca di cibo e che ogni giorno migliaia di persone muoiono di fame? Hai sentito parlare dei terremoti devastatori di questi ultimi tempi?Vedi come uragani ed inondazioni distruggono intere regioni? Forse non sempre riesci a vedere come il cielo stellato è attraversato da razzi e satelliti, segni che l'uomo stesso ha iscritto cielo? Sai tu che il Vangelo è predicato intensamente in tutta la terra e mai come oggi nella storia dell'umanità? Tutte queste cose sono altrettanti segni annunciatori del ritorno di Cristo, che è ormai vicinissimo! Però vorremmo menzionare un altro segno che è certamente il più importante: Israele. Sai tu che il popolo d'Israele è stato disperso per tutta la Terra durante i secoli e che nel 1948, secondo l'adempimento delle profezie bibliche, è di nuovo uno stato indipendente con un suo territorio?Sì! uno Stato riconosciuto da tutti i popoli. I segni della profezia si adempiono, giorno dopo giorno, agli occhi nostri, perciò sappiamo che il ritorno di Gesù è molto vicino! Colui che non è nato di nuovo sarà lasciato e la Sacra Scrittura dichiara che, dopo il ritorno di Gesù, dei tempi ter¬ribili verranno sulla terra; sarà il tempo dei giudizi, descritto particolarmente nell'Apocalisse. Amico se non sei pronto per il ritorno di Cristo ecco cosa ti aspetta: un tempo di giudizi.Leggiamo nel vangelo di Matteo al cap. 24 vers.44: "Perciò, voi ancora siate pronti; poiché, nell'ora che non pensate, il Fi¬gliuo¬lo dell'uomo verrà!"Caro amico, fratello caro il fatto d’essere pronto, per il ritorno di Cristo o di non esserlo, dipende dalla tua decisione personale. Rifletti, dunque, bene!Dio ha creato l'uomo alla Sua immagine per vivere in comunione con Lui nel Paradiso terrestre. Nonostante tutto ciò l'uomo ha scelto il peccato, ha abbandonato Iddio e la Sua grazia e, da quel momento in poi, si è venduto al peccato.Ogni l’essere umano nasce nel peccato e ne diventa schiavo! Nella Sua Santità, Dio non può avere comunione col peccato, e, perciò, è pronunciata la sentenza sull'umanità intera colpevole nel cospetto di Dio, separata e rigettata, condannata per tutta l'eternità per la sua scelta. Ma, nel Suo grande Amore, Dio ha mandato il Suo Figliuo¬lo, Gesù Cristo, come l'Agnello di Dio, Santo ed Innocente, che si è caricato di tutti i peccati dell'umanità ed ha espiato il castigo per ogni singolo uomo, prendendo il suo posto. E' morto sulla Croce del Golgota condannato come il peggior malfattore, lì ha versato il Suo sangue prezioso ed ha riconciliato l'umanità con Dio. Egli ha dato la Sua propria vita in sacrificio per te! Il Suo sangue versato, il Suo santo sacrificio apre di nuovo agli uomini il cammino verso Dio. Questo sacrificio è efficace per chiunque rinuncia, per mezzo di una decisione personale, ad una vita di peccato e, in seguito, rimette la sua vita a Gesù Cristo e per la fede accetta in contraccambio il pagamento compiuto, da Cristo, del suo debito.Gesù Cristo non è rimasto nella tomba! E' risuscitato e assunto in cielo! Ha vinto e spezzato definitivamente la potenza di satana, di conseguenza una perfetta liberazione dalla potenza del peccato è pronta per chiunque si avvicina a Lui per fede. Ascoltiamo ancora queste parole del vangelo di Giovanni nel cap.3 vers.16: "Iddio ha tanto amato il mondo, che Egli ha dato il Suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna!" E' il momento preciso per deciderti! Vieni a Gesù così come sei, confessagli, nell'intimità della preghiera, il tuo stato di perdizione, confessagli i tuoi peccati, raccon-tagli tutte le tue debolezze ed accetta il perdono e la reden¬zione che ti sono offerti come dono della grazia divina.La tua vita si trasformerà totalmente! Egli romperà le catene che ti tengono schiavo del peccato e del vizio e ti renderà libero. Sì! Ti donerà la libertà di godere della nuova nascita, gusterai una pace interiore, che mai hai potuto gustare e sarai felice perché avrai nel tuo cuore la certezza della VITA ETERNA!Iddio benedica la tua decisione!

Come comprendere l’inefficacia delle nostre preghiere



Come comprendere l’inefficacia delle nostre preghiere


La strategia finale del diavolo nell’ingannare i credenti è quella di renderli dubbiosi sulla fedeltà di Dio nel rispondere alle preghiere. Satana vorrebbe farci credere che Dio ha chiuso le proprie orecchie alle nostre suppliche, lasciandoci da soli con i nostri problemi e trema quando ci vede pregare con fede.Una grande tragedia si sta abbattendo sulla chiesa di oggi. Solo in pochi, infatti, credono nella potenza e nell’efficacia della preghiera. Quanti oggi ci dicono:”oh, io prego, ma non succede nulla, non c’è nessun cambiamento, per quanto tempo ancora dovrò attendere la risposta?” Questi dubbi, anche se non esternati, sono frequenti pensieri della nostra mente. In particolar modo quando ci poniamo una domanda:”Io prego con forza, ma perché Iddio non mi risponde, mentre a quell’empio gli concede ogni cosa?” Non cadiamo nell’errore di Giobbe (30:20) che disse:” Io grido a te, e tu non mi rispondi; Io mi presento davanti a te, e tu non poni mente a me.” La mente di Giobbe era certamente offuscata dalle difficoltà in cui versava, ma per questo stesso motivo fu ripreso aspramente da Dio. Ebbene che noi cristiani facciamo un attento esame delle ragioni che ostano la risposta di Dio alle nostre richieste. 1. Le nostre preghiere non sono accolte quando non si conformano alla volontà di Dio! Non possiamo andare a Dio per ogni sciocchezza che passa per la nostra testa. Se Dio dovesse dare ascolto a tutte le nostre richieste senza distinzione la Sua Gloria scomparirebbe. Possiamo pregare, in pratica, per ogni cosa, purchè siamo certi che rientri nella Sua volontà. In 1ª Giovanni 5:14 leggiamo “E questa è la confidanza che abbiamo in lui: che se domandiamo alcuna cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce.” Ma i discepoli non pregarono conformemente alla volontà di Dio quando dissero:” Signore, vuoi che diciamo che scenda fuoco dal cielo, e li consumi, come anche fece Elia?Ma egli, rivoltosi, li sgridò, e disse: Voi non sapete di quale spirito voi siete (Luca 9:54-55). In Ecclesiaste 5:1-3 leggiamo:Guarda il tuo piè, quando tu andrai nella Casa di Dio; ed appressati per ascoltare, anzi che per dar quello che dànno gli stolti, cioè, sacrificio; perciocchè essi, facendo male, non però se ne avveggono. Non esser precipitoso nel tuo parlare, e il tuo cuore non si affretti a proferire alcuna parola nel cospetto di Dio; perciocchè Iddio, è nel cielo, e tu sei in terra; però sieno le tue parole poche; perciocchè dalla moltitudine delle occupazioni procede il sogno, e dalla moltitudine delle parole procede la voce stolta”. A volte sento delle lunghe preghiere con le quali, dei credenti, sembrano voler convincere Iddio a concederci questa o quella cosa perché lo meritiamo e perché Egli è buono! Daniele pregava in modo giusto: egli prima andava alla Parola di Dio e in essa scrutava la volontà di Dio, essendo sicuro che la sua richiesta fosse conforme alla volontà di Dio, correva ad invocarLo: “volsi la mia faccia verso il Signore Iddio, con digiuno, con sacco, e con cenere, per dispormi ad orazione, e supplicazione; e fece orazione, e confessione al Signore Iddio mio, e dissi” ( Dan. 9:3). In realtà noi sappiamo troppo bene quello che vogliamo, ma sappiamo molto poco su quello che Egli vuole. 2. Le nostre preghiere falliscono quando sono fatte per soddisfare lussurie, sogni o illusioni. È inequivocabile quanto Giacomo afferma nella sua epistola 4:3 “Voi domandate, e non ricevete; perciocchè domandate male, per ispender ne' vostri piaceri.” Iddio non ci risponderà fino a che la lussuria o il voler onorare noi stessi, per l’opera che Egli ha fatta, albergano nostro cuore. Ma ricordiamo ciò che dice Davide nel Salmo 66:18? Leggiamolo:” Se io avessi mirato ad alcuna iniquità nel mio cuore, Il Signore non mi avrebbe ascoltato” Se la nostra richiesta è soltanto dettata dalla lussuria, lo può provare il modo con cui accettiamo il ritardo. Le preghiere innalzate per ricevere qualcosa che alimenti i nostri piaceri, richiedono una risposta veloce. Se questa ritarda, cominciamo a piagnucolare, la nostra fede vacilla e finiamo pian piano con l’accusare Dio di essere sordo alle nostre richieste. Infatti in Isaia 58:3 leggiamo:” Poi dicono: Perchè abbiamo digiunato e tu non vi hai avuto riguardo? perchè abbiamo afflitte le anime nostre, e tu non vi hai posta mente? “ E questo rispecchia perfettamente lo stato d’animo di chi non ha avuto risposta. La verità è che un cuore che concupisce non può scorgere la gloria di Dio nei Sui rifiuti o nei Suoi ritardi. Quale maggior gloria ne ebbero Maria e Marta, infatti, Gesù si attardò fino a che Lazzaro non fosse stato seppellito da ben quattro giorni? E che sarebbe successo se Iddio non avesse rifiutata la richiesta di Gesù, quale vero uomo, di salvare la Sua vita, se possibile, dalla morte? Soltanto se nelle nostre richieste non c’è alcun peccato o lussuria e ci rivolgiamo a Lui con cuore e mani pure, possiamo accedere liberamente al Suo Trono ed attingere ai Suoi Tesori.3. Le nostre risposte possono restare prive di risposta se non collaboriamo fattivamente con Dio. Noi ci rivolgiamo a Dio e, poi, ci mettiamo comodamente ad aspettare che egli compia l’opera. Diciamo “Io non son nessuno, ma Egli è Dio ed è onnipotente, perciò non mi resta che attendere!” Dio non ama i pigri, infatti Paolo ci esorta a non essere caritatevoli verso chi non vuole lavorare “Perciocchè ancora, quando eravamo fra voi, vi dinunziavamo questo: che chi non vuol lavorare non mangi” (2ª Tess. 3:10). Alle lacrime dobbiamo aggiungere il sudore. Non possiamo chiedere che un vizio scompaia dalla nostra vita solo perché abbiamo pregato, ma dobbiamo cooperare con la nostra volontà e le nostre forze per resistergli e Iddio ci verrà in aiuto. Giosuè era affranto per la sconfitta d’Israele, aveva trascorsa l’intera notte a gemere, ma Dio gli disse:” Levati: perchè sei tu così prostrato sopra la tua faccia? Israele ha peccato, e anche hanno trasgredito il mio patto, che io avea loro comandato, e anche hanno preso dell'interdetto, e anche hanno rubato, e anche hanno mentito, e anche l'hanno posto fra i loro arnesi. Perciò i figliuoli d'Israele non potranno stare a fronte a' lor nemici, e volteranno le spalle davanti a loro; perchè son divenuti interdetto. Io non sarò più con voi, se non distruggete d'infra voi l'interdetto. Levati, santifica il popolo, e digli: Santificatevi per domani; perciocchè così ha detto il Signore Iddio d'Israele: O Israele, ei v'è fra te dell'interdetto; tu non potrai stare a fronte a' tuoi nemici, finchè non abbiate tolto l'interdetto del mezzo di voi.” (Giosuè 7:10-13). Non possiamo dare libero sfogo alle nostre concupiscenze e, poi, correre nella cameretta segreta a piangere per ricevere qualcosa da Dio. Anche solo col pensiero possiamo peccare, crediamo che nessuno l’abbia visto, ma ricordiamo che in Daniele 2:47 è scritto che Dio è “rivelatore de' segreti”. Egli mette alla luce i nostri segreti più intimi, come leggiamo nel Salmo 90:8 :” Tu metti davanti a te le nostre iniquità, E i nostri peccati occulti alla luce della tua faccia”. Non possiamo abbeverarci ad una fonte peccaminosa e poi cercare di bere alla fonte di Dio. Non incolpare Dio di non ascoltare le tue preghiere, se, alla fine, sei proprio tu ad essere sordo alle chiamate di Dio.4. Le nostre preghiere possono essere vanificate dal rancore che conserviamo nel nostro cuore verso qualcuno. Poiché Cristo non si occupa di chi ha un cuore pieno di odio come ci dice Pietro ” Deposta adunque ogni malizia, ed ogni frode, e le ipocrisie, ed invidie, ed ogni maldicenza; come fanciulli pur ora nati, appetite il latte puro della parola, acciocchè per esso cresciate.”(1ª Pietro 2:1-2). Cristo non vuole neppure uomini litigiosi, che si adirano facilmente, leggi 1ª Timoteo 2:8 “Io voglio adunque che gli uomini facciano orazione in ogni luogo, alzando le mani pure, senza ira e disputazione”. Se non riusciamo a perdonare, Dio, per certo, non ci perdonerà. Infatti Gesù ci ha insegnato a pregare dicendo” E rimettici i nostri debiti, come noi ancora li rimettiamo a' nostri debitori” (Matteo 6:12). I rancori e le liti tra fratelli e sorelle cristiani sono, davanti a Dio, più gravi di tutti i peccati commessi dagli empi. Liti, gelosie, ambizioni, severità, amarezze e spirito di vendetta tutto viene giustificato nel nome di Dio. Ci dovremmo, poi, meravigliare se Dio chiude la porta delle Sue benedizioni? Buttiamo dalla nave quel certo Giona e la tempesta si calmerà.5. Le nostre preghiere non vengono ascoltate, perché non siamo disposti ad aspettarci molto da esse. Colui il quale si aspetta poco dalla preghiera, non ha sufficiente potenza ed autorità nella preghiera, quando mettiamo in dubbio la potenza della preghiera, la perdiamo; il diavolo cerca di derubarci della speranza facendo apparire che la preghiera non è veramente efficace. Satana è furbo e cerca di ingannarci con delle bugie. Incredibili dubbi e paure ci privano della gioia di realizzare la piena confidanza in Dio. La preghiera è l’unica e potente arma che abbiamo contro le oscure tenebre con le quali il nemico cerca di offuscare la gloria di Dio nei nostri cuori. Quest’arma dobbiamo usarla con piena fiducia, altrimenti non avremo possibilità di difesa contro le bugie di Satana. La nostra mancanza di pazienza è la prova che non ci aspettiamo un gran risultato dalla preghiera. Anzi resteremmo, perfino, scossi se Dio ci rispondesse. Crediamo che Dio non ci ascolta perché non vediamo nessuna risposta certa. Ma possiamo essere sicuri che più c’è ritardo nella risposta ad una preghiera, più essa quando arriverà sarà perfetta; più è lungo il silenzio, più clamorosa sarà la risposta. Abramo voleva un figlio, ma quanti anni dovette aspettare? Il popolo di Dio era schiavo in Egitto, ma quanti anni dovette aspettare prima di essere liberato? Ogni preghiera fatta con fede viene ascoltata da Dio, ma Egli ha i Suoi modi ed i Suoi tempi per darci una risposta. Nel frattempo Dio si aspetta che gioiamo nella nuda promessa, festeggiando con speranza mentre ne attendiamo il compimento. Inoltre Egli avvolge i Suoi dinieghi con una dolce coperta d’amore, affinché non cadiamo nella disperazione.6. Le nostre preghiere non possono essere esaudite quando siamo noi stessi a voler stabilire in che modo Dio ci deve rispondere. La sola persona alla quale poniamo delle condizioni, è proprio quella a cui non crediamo; coloro nei quali abbiamo fiducia, li lasciamo liberi di agire come meglio credono. Il tutto allora si riassume in una mancanza di fiducia. L’anima che ha fede, scarica il suo cuore in preghiera al Signore, abbandonandosi alla fedeltà, bontà e saggezza di Dio. Mi piace ricordare come Maria, madre di Gesù uomo, alle nozze di Cana si limitò a dire:” Non hanno più vino” (Giovanni 2:3). Non gli suggerì su come fare o quando farlo. Davide pregò per la sua famiglia ed affidò tutto ad un patto con Dio (2ª Samuele 23:5): “Benchè la mia casa non sarà così appo Iddio; Perciocchè egli ha fatto meco un patto eterno”. Coloro che vogliono imporre il come e il quando operare, limitano enormemente l’opera di Dio. Egli desidera che noi semplicemente rimettiamo le nostre richieste nelle Sue potenti braccia, riponendo tutta la nostra attenzione su Lui, andando avanti con pace e serenità attendendo il Suo soccorso. Che tragedia avere un Dio cosi grande avendo così poca fede in Lui. Non dobbiamo dubitare ed avere piena fiducia in Lui. Quando Anna pregò per fede si alzo dalle sue ginocchia e mangiò ed il suo volto non era più corrucciato, ma gioioso. Quando il nemico ti sussurra all’orecchio che, poiché la risposta tarda a venire, Iddio non ha recepita la tua richiesta di aiuto, ricordati dei benefici che Egli ti ha elargito. Leggiamo nel Salmo 77:10-11 :” Io ho adunque detto: Se io son fiacco, Egli è perchè la destra dell'Altissimo è mutata. Io mi rammemoro le opere del Signore; Perciocchè io mi riduco a memoria le tue maraviglie antiche” Dio vuole che abbiamo fede nel Suo amore; esso è il principio che Egli costantemente attua e dal quale non devia mai. Quando disapprova con la Sua espressione, rimprovera con le Sue labbra oppure colpisce con la Sua mano, persino in tutto questo il Suo cuore brucia d’amore e tutti i suoi pensieri verso noi sono di pace e bontà. Quando cominciamo a mettere in dubbio la Sua fedeltà, cominciamo a vivere per noi stessi con la nostra intelligenza ed attenzione per noi stessi. Come i figli sviati d’Israele stiamo dicendo: “…Facci un dio … poiché quel Mosè… non sappiamo che fine abbia fatto.” (Esodo 32:1). Quando lo sconforto ti colpisce ti è permesso lamentarti, ma mai borbottare. Non si può conservare nel cuore l’amore verso Dio e contemporaneamente borbottarGli contro. La Parola di Dio questo lo definisce come “contendere con Dio”. Lo Spirito Santo interviene con sospiri ineffabili ad aiutarci nelle nostre preghiere, ma i borbottii sono come un veleno, che distrugge quanto in essa c’è di buono. Non dimentichiamo che furono proprio dei borbottii a portare fuori dalla Terra Promessa un intero popolo. Le parole del Signore son parole pure, Argento affinato nel fornello di terra, Purgato per sette volte. Così dice il Salmo 12:6. Può mai, un Dio così perfetto e puro, mentirci? Egli è di una fedeltà assoluta! Quanto più comprendiamo e crediamo questo, tanto più avremo pace e tranquillità nei nostri cuori. Infatti Isaia 30:15 dice:” Voi sarete salvati per quiete, e riposo; la vostra forza sarà in quiete, ed in confidanza”. Dobbiamo avere fiducia in Dio e se le risposte non arrivano subito, significa che non è giunto il momento che Dio ha deciso di risponderci. Anticamente i credenti dopo aver pregato ringraziavano Dio per averli esauditi, anche se la risposta non era ancora giunta. Ricordo una testimonianza: ad un raduno annuale una sorella affetta da gozzo si alzò e testimonio ringraziando Iddio di averla guarita dal gozzo. L’anno successivo si alzò di nuovo e testimonio che Iddio l’aveva liberata dal gozzo, ma questo era ancora lì e più grosso dell’anno precedente. Un fratello la richiamò, dicendole:” Sorella ma ti sei guardata allo specchio? Non vedi quanto è grosso questo gozzo, perché continui a dire che Iddio te ne ha liberata?” Questa sorella, ritornata nella sua camera, pregò dicendo:” Signore, Dio mio, noi due sappiamo che mi hai liberata dal gozzo, non vuoi mostrarlo, ora, anche agli altri?” la sera al culto la sorella non aveva più il gozzo. Gloria a Dio! Alleluia! Riusciremo mai a realizzare questo nella nostra vita, o continueremo ad innalzare lunghe preghiere cercando di convincere Dio ad operare in nostro favore, perché lo riteniamo giusto, ma in fondo al nostro cuore sappiamo già che la preghiera sarà sterile e priva di risultati? Dobbiamo essere come piccoli fanciulli, i quali credono ogni cosa. Un contadino disse al figlioletto:”dobbiamo pregare perché Iddio mandi la pioggia, altrimenti il raccolto brucerà” Dopo la preghiera dovevano andare nei campi, il contadino si stava avviando, quando il fanciullo disse”Ma non portiamo l’ombrello?” il contadino rispose “Sei pazzo? C’è un sole che spezza le pietre, a che ci serve l’ombrello?” Ed il fanciullo”Papà non abbiamo pregato perché piovesse?” Il contadino dovette riconoscere che il fanciullo aveva ragione, ed, infatti, piovve!Vorrei concludere dicendo che restiamo sconfitti, quando non siamo disposti a piegare le ginocchia ed il cuore, soprattutto, nella nostra cameretta segreta. Ricordiamoci che sarà triste l’esistenza di chi cova rancori verso Dio, perché Egli tarda a rispondere. Non siamo stati efficaci e ferventi, non ci siamo appartati con Lui, non abbiamo lasciato i nostri peccati. Li abbiamo lasciati fare nella nostra concupiscenza; siamo stati materialisti, pigri, increduli, dubbiosi, ed ora ci chiediamo perché le nostre preghiere non vengono risposte. Quando tornerà Cristo sulla terra troverà in essa fede? Ritiriamoci nella cameretta segreta e appartiamoci con Cristo e la Sua Parola! Ricordiamoci che i segni degli ultimi tempi si fanno sempre più frequenti, non vogliamo, pertanto, vegliare e pregare?

IL MESSAGGIO DELLA DIVINA' MISERICORDIA


IL MESSAGGIO DELLA DIVINA MISERICORDIA
Il 22 febbraio 1931 Gesù apparve, in Polonia, a Suor Faustina Kowalska e le affidò il messaggio della Devozione alla Divina Misericordia. Lei stessa così descrisse l’apparizione: “Mi trovavo nella mia cella, quando vidi il Signore vestito di candida veste. Aveva una mano alzata in atto di benedire; con l’altra toccava la tunica bianca sul petto, dal quale uscivano due raggi: uno rosso e l’altro bianco”. Dopo un istante, Gesù mi disse: “Dipingi un quadro secondo il modello che vedi, e scrivici sotto: Gesù, io confido in Te! Desidero, inoltre che questa immagine sia venerata nella vostra Cappella e in tutto il mondo. I raggi rappresentano il Sangue e l’Acqua che sgorgarono quando il mio Cuore fu trafitto dalla lancia, sulla Croce. Il raggio bianco rappresenta l’acqua che purifica le anime; quello rosso, il sangue che è la vita delle anime”. In un’altra apparizione Gesù le chiese l’istituzione della festa della Divina Misericordia, esprimendosi così: “Desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la festa della mia Misericordia. L’anima, che in quel giorno si confesserà e si comunicherà, otterrà piena remissione delle colpe e delle pene. Desidero che questa Festa si celebri solennemente in tutta la Chiesa”.

PROMESSE DI GESU’ MISERICORDIOSO
L’anima che venererà quest’immagine non perirà. - Io, il Signore, la proteggerò con i raggi del mio cuore. Beato chi vive alla loro ombra, poiché la mano della Giustizia Divina non la raggiungerà! - Proteggerò le anime che diffonderanno il culto alla mia Misericordia, per tutta la loro vita; nell’ora della loro morte, poi, non sarò Giudice ma Salvatore. - Quanto più grande è la miseria degli uomini, tanto maggior diritto hanno alla mia Misericordia perché desidero salvarli tutti. - La sorgente di questa Misericordia è stata aperta dal colpo di lancia sulla Croce. - L’umanità non troverà né tranquillità né pace finché non si rivolgerà con piena fiducia a Me. - Concederò grazie senza numero a chi recita questa corona. Se recitata accanto a un morente non sarò giusto Giudice, ma Salvatore. - Io do all’umanità un vaso con il quale potrà attingere le grazie alla sorgente della Misericordia. Questo vaso è l’immagine con l’iscrizione: “Gesù, io confido in Te!”. “O sangue ed acqua che scaturisci dal cuore di Gesù, come sorgente di misericordia per noi, io confido in Te!” Quando, con fede e con cuore contrito, mi reciterai questa preghiera per qualche peccatore io gli darò la grazia della conversione.

LA SANTA SUOR FAUSTINA
Suor Faustina Kowalska nacque nel 1905 a Glogowiec presso Lòdz, nella Polonia centrale, come terzogenita in una povera famiglia contadina di dieci figli. A 20 anni entrò nella Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, dove visse gli ultimi tredici anni della sua vita con il nome di Maria Faustina svolgendo mansioni di cuoca, giardiniera e portinaia. Dal 1931 in poi Gesù le rivela il messaggio della Divina Misericordia raccontato nel diario "La Misericordia Divina nella mia anima". Suor Faustina, consumata dalla tubercolosi e da numerose sofferenze accettate come volontario sacrificio per i peccatori, è morta a Cracovia il 5 ottobre 1938.
Il 30 aprile 2000, il Santo Padre Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro a Roma ha proclamato Suor Faustina Santa.
L'IMMAGINE DI GESÙ MISERICORDIOSO
L'Immagine di Gesù Misericordioso riproduce la visione che la Santa Suor Faustina ha avuto a Plock il 22 febbraio 1931.
Durante questa visione Gesù Cristo ha espresso il desiderio che si dipingesse il quadro con la scritta. "Gesù, confido in Te"!. L'Immagine rappresenta il Cristo Risorto con i segni della crocifissione nelle mani e nei piedi. Dal Cuore trafitto, non visibile nel quadro, escono due raggi: rosso l'uno e pallido l'altro.
Gesù Cristo sul significato dei raggi ha dato la seguente spiegazione: "Il raggia pallido rappresenta l'Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime... Entrambi i raggi uscirono dall'intimo della mia misericordia quando sulla Croce il mio Cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia".
L'anima viene purificata nel Sacramento del Battesimo e della Penitenza e viene nutrita con il Sacramento dell'Eucarestia. Questi due raggi simboleggiano dunque i Santi Sacramenti e i doni dello Spirito Santo di cui l'acqua è il simbolo biblico.
LA FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA
Secondo il desiderio di Gesù la Festa della Divina Misericordia deve essere celebrata nella seconda Domenica di Pasqua. L'importanza straordinaria di questa festa si misura con le straordinarie promesse che Gesù ha legato ad essa. "In quel giorno sono aperte le viscere della mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della mia Misericordia. L'anima che si accosta alla Confessione ed alla santa Comunione, riceve il perdono totale delle colpe e delle pene... Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me, anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto".
Per ottenere questi grandi doni bisogna adempiere alle condizioni della devozione alla Divina Misericordia (fiducia nella bontà di Dio e carità attiva verso il prossimo), essere in stato di Grazia (dopo la Confessione) e accostarsi in quel giorno alla santa Comunione.
Nell'anno 2002 il Santo Padre ha istituito la Festa della Divina Misericordia la prima Domenica dopo Pasqua.
Il Santo Padre, animato dall'ardente desiderio di favorire nel popolo cristiano la pietà verso la Divina Misericordia, ha concesso il 13 giugno 2002 l'indulgenza plenaria alle consuete condizioni al fedele che nella festa della Divina Misericordia partecipi a pratiche di pietà in onore della Divina Misericordia o almeno reciti alla presenza del SS. Sacramento dell'Eucarestia, pubblicamente esposto o custodito nel Tabernacolo, il Padre Nostro ed il Credo con l'aggiunta di una pia invocazione a Gesù Misericordioso. (Per esempio: "Gesù Misericordioso confido in Te").
LA NOVENA ALLA DIVINA MISERICORDIA
Gesù chiese a Santa Suor Faustina di far precedere la Festa della Divina Misericordia da una Novena - insegnata da Lui stesso - che inizia il Venerdì Santo.
Tale Novena, però, può essere pregata in qualsiasi momento dell'anno.
LA CORONCINA ALLA DIVINA MISERICORDIA
La Coroncina alla Divina Misericordia è stata dettata da Gesù alla Santa Suor Faustina a Vilnius nell'anno 1935. La Coroncina alla Divina Misericordia si recita usando la corona del Rosario. S'inizia con la recita del Padre Nostro, dell'Ave Maria e del Credo.
Sui grani del Padre Nostro si recitano le seguenti parole: "Eterno Padre Ti offro il Corpo ed il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero". Sui grani dell'Ave Maria si recitano le parole seguenti: "Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero".
Per finire si ripete per tre volte: "Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero".
Gesù ha detto alla Santa: "Figlia mia, esorta le anime a recitare la Coroncina che ti ho dato. Per la recita di questa Coroncina mi piace concedere tutto ciò che chiederanno. Se la reciteranno i peccatori incalliti, colmerò di pace la loro anima e l'ora della loro morte sarà serena. Questa Coroncina è importante accanto ai moribondi, essa placa l'ira di Dio. Mi metterò fra il Padre e l'anima agonizzante non come Giusto Giudice ma come Salvatore Misericordioso"
L'ORA DELLA MISERICORDIA
Gesù ha detto alla Santa: "Figlia mia, alle tre pomeridiane di ogni giorno implora la misericordia per coloro che vivono in peccato. È un'ora di misericordia senza fine per il mondo intero. Non rifiuterò nulla all'anima che chiede nel nome della mia Passione."
Santa Suor Faustina ha scritto una breve preghiera per quest'Ora. Dice così:
"O Gesù, Tu sei appena morto e già una sorgente di vita è sgorgata per le anime. O sorgente di vita, incomprensibile Misericordia di Dio, avvolgi il mondo intero e riversati su di noi. O Sangue e Acqua che scaturisci dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi, confido in Te!"
L'INVOCAZIONE "O SANGUE E ACQUA"
Gesù ha detto alla Santa: "Il mio Cuore arde di amore verso le anime e lo comprenderai quando mediterai la mia Passione. Invoca la mia misericordia per i peccatori; desidero salvarli. Quando reciterai questa preghiera con fede e con cuore contrito per qualche peccatore, gli concederò la grazia della conversione":
La breve preghiera è la seguente:
"O Sangue e Acqua che scaturisci dal Cuore di Gesù come sorgente di Misericordia per noi, confido in Te!"
LE OPERE DI MISERICORDIA
Gesù ha detto alla Santa: "Figlia mia, se per tuo mezzo esigo dagli uomini il culto della mia Misericordia, tu devi essere la prima a distinguerti per la fiducia nella mia Misericordia. Esigo da te atti di misericordia che devono derivare dall'amore verso di Me. Devi mostrare misericordia sempre e ovunque verso il prossimo. Non puoi esimerti da questo, né rifiutarti, né giustificarti. Ti sottopongo tre modi per dimostrare misericordia verso il prossimo: il primo è L'AZIONE, il secondo è LA PAROLA, il terzo è LA PREGHIERA. In questi tre gradi è racchiusa la pienezza della Misericordia e vi è la dimostrazione certissima che Mi amate. È IN QUESTO MODO CHE L'ANIMA ESALTA E RENDE CULTO ALLA MIA MISERICORDIA".

Riflettiamo bene: SE AMIAMO DIO MA NON AMIAMO IL PROSSIMO LE NOSTRE PREGHIERE E LE NOSTRE DEVOZIONI NON SERVONO A NIENTE.




San Gaspare del Bufalo

San Gaspare del Bufalo








Non vi sorprenda se, invitato a parlare del vostro santo nella ricorrenza lieta del centenario della beatificazione e nel cinquantesimo anniversario della solenne canonizzazione, io parto da una citazione del presidente Bush, all’indomani del terribile evento dell’11 settembre 2001: «Bin Laden» disse «è un traditore della propria religione». Evitò così che si scatenasse una crociata antislamica che avrebbe trovato eco nella preoccupazione che in molti Paesi, compresa l’Italia (anche se con minore intensità della Francia), suscita la crescente presenza di immigrati appunto maomettani. Questa preoccupazione, presentata in una prospettiva allarmante data la prolificità e la possibile poligamia delle relative popolazioni, a differenza della limitazione delle nascite propria del mondo occidentale sviluppato, è forse il tema centrale sul quale l’umanità è chiamata già oggi, ma con prevedibile intensità sempre più forte, a dover riflettere. Ora, mentre alcuni si pongono in atteggiamenti razzisti e proibitivi – di cui l’espressione più marcata è, con i suoi libri, Oriana Fallaci –, dobbiamo convincerci che questo è un atteggiamento umanamente sbagliato e inconcludente. Come non mai, occorre che i cristiani credano all’amore e sentano il dovere e il fascino missionario della loro vocazione. Di qui preciso e puntuale è il messaggio che viene dalla vita di Gaspare del Bufalo e dalla Congregazione da lui creata, oggi presente e operante in tante nazioni del Vecchio e del Nuovo mondo. Il santo nasce nel 1786 in Roma (e senza fare del campanilismo non dispiace il sottolinearlo) in un momento storico particolarmente movimentato, con la Santa Sede alle prese con le conseguenze tumultuose della sanguinosa Rivoluzione francese. Giovanetto, frequenta la Chiesa del Gesù attigua alla sua abitazione di Palazzo Altieri. Lo attrae in modo particolare il santo missionario Francesco Saverio e si sente per un momento portato verso la Compagnia. Ma non era questo il disegno della Provvidenza. La sua vocazione era per il sacerdozio secolare, ma non davvero in una visione statica. Nel vocabolario dialettale romano – ormai in disuso – vi era un’espressione per indicare una persona dalla vita calma e privilegiata: “Sta come un canonico” (alcune volte si diceva anche: “Sta come un papa”).
Castel Sant’Angelo, particolare, Gaspard van Wittel, Musei Capitolini, Roma
Nel primo decennio dell’Ottocento correvano tempi di certo non agevoli né per il Papa né per i canonici. Così il novello canonico di San Marco, don Gaspare, si trova dinanzi al bivio drammatico della imposizione al clero del giuramento di fedeltà all’imperatore contro le direttive papali. Alcuni si piegavano ma il canonico del Bufalo no. È lapidaria la sua risposta, pur sapendo che questo voleva dire l’esilio: «Non debbo, non posso, non voglio». Di qui il suo allontanamento coatto da Roma con una prima destinazione a Imola, poi a Bologna, indi per sette mesi nel carcere di San Giovanni a Monte e più tardi a Lugo. Lo raggiunge, nel primo anno di allontanamento, la notizia della morte della madre. Soffre ma non deflette e afferma una sua superiorità. In una sua lettera dice: «Scrivo queste poche righe per non incomodare chi presiede alla revisione». Il cerchio si stringe ulteriormente. Chi non giura non può restare nello Stato del papa. Così don Gaspare, via Firenze, raggiunge altri esiliati in Corsica. Ha modo in questi lunghi anni di conoscere meglio i confratelli nel sacerdozio e di impostare un modello di aggiornamento del clero che si concretizzerà, al ritorno a Roma, nella creazione della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Rinuncia al canonicato e si dedica con profondità a quest’opera di rinnovamento sacerdotale e di apostolato popolare. I nuclei di sacerdoti e di collaboratori si irradieranno prodigiosamente. Il primo verrà collocato nel piccolo comune umbro di Giano nel 1815. Crocefisso in mano, i missionari del Preziosissimo Sangue faranno nei singoli centri giornate di meditazione, di dialoghi, di confessioni. Segue, quattro anni più tardi, la casa di Pieve Torina, presso Camerino. Nel 1821 è la volta di Albano, che sarà un punto cardine per la Congregazione. Di qui si irradiano in Romagna, ma specialmente nella difficile area ciociara allora denominata di Marittima e Campagna, infestata dai briganti. Più di un secolo dopo, lavorando in modo capillare per il mio compito politico in tutti i comuni del basso Lazio, ho trovato in molte tradizioni locali tracce di questi risvegli organizzati di vita religiosa: da Terracina a Sonnino, da Sermoneta a quella Vallecorsa legata alla santa De Mattias. Anche nella cittadina dei miei genitori, Segni, mi mostrarono documenti di archivio con proteste perché i gonfalonieri avevano tagliato il piccolo tributo necessario per organizzare una nuova missione. Qui il discorso dovrebbe andare al disagio della coesistenza tra poteri religiosi e poteri di rappresentanti per così dire terreni dei papi. Ci sarebbe voluto molto tempo e molta acqua doveva scorrere sotto i ponti del Tevere prima di poter sentire (come sentimmo dal cardinale Montini) che il potere temporale era un peso da cui finalmente la Chiesa venne liberata. Per il momento la diarchia dei vescovi e dei legati pontifici continuava non senza incomprensioni e disagi. Non mancarono critiche e anche calunnie (ma quale fondatore non ha avuto questo tipo di sofferenze?).

Briganti presso un abbeveratoio
I maldicenti trovano purtroppo credito anche là dove non dovrebbero. Così in uno scambio di lettere tra personaggi di Curia si registra l’accusa ai sacerdoti della Congregazione di non osservare l’astinenza del venerdì, peggio, di aver contatto con i briganti. Fu facile a don Gaspare smentire il primo addebito e spiegare che senza contattarli sarebbe stato difficile adempiere al mandato di far tornare questi malfattori sulla strada giusta. Circa i briganti stessi, in una lettera del novembre 1823 il santo scrive: «Tre grazie poi io le richiedo con la presente. La prima d’interporre i suoi buoni offici presso Nostro Signore per la remissione dei pochi briganti rimasti, mentre si accerti, e ne sia lode a Dio, che dallo stabilimento delle case di missione la Provincia presenta una notabile mutazione». In un foglio del 1824, dice: «Sul brigantaggio, posto che non si è creduto dare un qualche benigno ordine nel principio del pontificato presente: 1. Si riassuma il sistema del ricovero nelle chiese ed asilo ecclesiastico, dicendo, per esempio: questo giova anche per chi ramingo si trovasse, e così per indirectum s’influirebbe a minorare o togliere gli stessi briganti; 2. Si mettano le selve, dette sacre, parimenti di asilo. L’ottimo altrimenti è contrario al bene; 3. Non si dia per massima ascolto ai memoriali ciechi. Taccio altre cose, perché a me basta predicare e confessare». D’altra parte forse proprio il rigore di vita delle case della Congregazione creava comparazione disagevole per un certo modo comodo che dominava in giro. Ma proprio a Frosinone si svolse un difficile e lungo episodio di incomprensione, con intreccio d’interessi di proprietari immobiliari e l’esclusivismo di una comunità claustrale. Il richiamo al rigore che i missionari facevano e il successo nell’indurre a bruciare libri cattivi, a consegnare armi proibite, a far pubbliche penitenze disturbava le abitudini di ordinaria amministrazione di certo clero che in alcuni centri era molto più numeroso del necessario e talvolta pigro e senza iniziative.
La Regina del Preziosissimo Sangue, l’immagine che san Gaspare portava nelle missioni
Leggo alcuni passi negli atti del processo canonico: «Fu per il Servo di Dio cosa sempre dolorosa il vilipendio del clero, però non poteva dissimulare i bisogni grandi della Chiesa. Più volte deplorava lo stato misero in cui ci troviamo e parlava della necessità di una riforma, che doveva avere principio dal sacro. “Preghiamo” diceva, “e preghiamo assai per la riforma dei tempi”». Con grande umiltà, ma con non minore fermezza scriveva: «Sarebbe un atto assai pio fare conoscere a Sua Santità che tolga ogni idea di commissione speciale... né ciò lede la stima di chi che sia... Così anche far rilevare che non è giusto che gli ecclesiastici siano sindacati dai ministri di polizia... Tali ingerenze toccano ai vescovi». Il 20 di giugno 1825 scrive così: «Un’anima grande... mi fa dire dal suo direttore che dicasi al Santo Padre che se non si principia la riforma e principiando dal sacro, noi siam vicini a nuovi flagelli. Io ho in pronto alcuni fogli intitolati: Claustrali, Clero, Nobili... Oltre le altre memorie rimesse in altre occasioni». E più avanti: «Il Romano Pontefice dirami un’enciclica ai vescovi acciò riassumano il nervo dell’ecclesiastica disciplina ed insistano sulle leggi sinodali da modificarsi se occorra. In questa enciclica si parli del rimedio necessario alle oscenità di pittura, rami ed altro di simile oggetto. Inoltre, si raccomandi loro la vigilanza sul vestiario delle donne e sui punti insomma i più interessanti della riforma». «Altra enciclica rendesi necessaria a tutti i principi facendo ad essi amorosamente conoscere come, decaduta la pietà, l’educazione, la dipendenza dalla Chiesa, a repentaglio sono stati i loro troni». «In punto prelati, oimè! che vedesi oggidì, parlando in genere. Accomunarsi a conversazioni di brio, a danze, a veglie... e come ciò? E come conciliabile con la riserva ecclesiastica e con l’adempimento dei sacri canoni? E con che cuore potransi ritogliere nei secolari tante cose, causa di effeminatezza e cose simili, se portano ad esempio il prelato, il costituito in dignità, e talvolta finanche si è stampato nei fogli pubblici il dettaglio di certi divertimenti e nominati in essi i soggetti intervenuti con vilipendio vero della dignità a cui non sono proporzionati? Le Delegazioni, in specie, sono queste da affidarsi alle persone le più mature». «Il clero, oimè! qual bisogno è in esso e di scienza e di santità! E quanto interessa reggere le nostre Case di Missioni e Spirituali Esercizi a scuotere dall’inerzia, ad accreditare gli ecclesiastici presso i popoli, a distaccarli dall’amore dei parenti, dalla roba e dalla oziosità. Tolti i parroci ed i canonici, gli altri del clero nei convitti, tanto celebri nei primi tempi della Chiesa, e dai quali ogni bene si dirama alle rispettive diocesi; ed oh quanti operai si invierebbero anche alle missioni estere di Propaganda! Ma a questo gran bene, che è la pupilla degli occhi di Dio, conviene unire il convitto dei giovani che, sortiti dai seminari, han bisogno formarsi alle parrocchie, ai ministeri, alla coltura della vigna di Gesù Cristo».
La scuola di economia domestica presso la missione di Manyoni in Tanzania

«La riforma non presenta tuttora i suoi veri principi. Orabimus igitur coram Domino, a quo omne bonum... Tutte le carte che io scrissi in varie epoche, le avrà sicuramente date al Santo Padre. Io temo di qualche gran castigo, perché fin qui le basi della riforma non si vedono. Oremus ergo provoluti coram Domino... Sa perché ho detto che la riforma non è principiata? Perché questa deve principiare dal sacro... Si fa, ma non con quella imponenza di principi, di encicliche... Diciamo il di più nelle Piaghe del Signore. I nostri peccati ritardano le grazie, i lumi, le misericordie». Leggo un altro passo sempre negli atti del processo canonico: «Dico che tutto il quadro delle cose, mentre a tanti sembra in regola, in punto sacro non può essere più lacrimevole. A me non compete fare altro che pregare, tacere e patire. Per esempio, l’episcopio di Pontecorvo è a uso di affari politici ed il Vescovo non ha ove andare. E si sta nello Stato Pontificio. Quanti altri luoghi pii ridotti a tale metodo di unire e regolari e militari. Si è dato mai un assesto a punti di tale relazione, tacendo di altri? E Dio non è pago di noi». Certamente è impossibile interpretare con fedeltà questi richiami e questi commenti accorati se non li si inquadra nelle tormentate vicende del papato in quegli anni, fatte di prevaricazioni civili, di umiliazioni, di tentativi di conciliazione spesso disattesi, di impossibilità perfino di una ordinaria amministrazione della Chiesa e dello Stato. Lungo la relativamente breve vita di san Gaspare (1786-1837) si susseguirono ben cinque papi: Pio VI, Pio VII, Leone XII, Pio VIII e Gregorio XVI; la storia di tutti e cinque fu quasi sempre drammatica e spesso avvilente.






Santa messa presso la parrocchia di Chibumagwa in Tanzania
Le lamentele perché con le loro missioni don Gaspare e i suoi sacerdoti disturbavano i superiori arrecavano al santo amarezza, ma non lo distoglievano da una precisa vocazione riformatrice. Del resto l’arcivescovo di Camerino, che era andato a visitare il papa Leone XII infermo, alla presenza anche di altri vescovi raccolse questo suo giudizio: «Il canonico del Bufalo è un angelo, un santo e un dotto». Nel materiale avuto perché fossi aggiornato sull’attività della vostra Congregazione ho ricevuto una commovente monografia sul lavoro che svolgete in Tanzania, con una annotazione sul ruolo istitutivo che ebbe al riguardo il mio amico segnino don Giuseppe Quattrino. Si dice oggi, ed è vero, che l’Africa è il continente dimenticato e che la fine della guerra fredda ha interrotto molti degli aiuti che per finalità politiche vi destinavano russi, americani e anche cinesi. Nell’ultimo incontro del G8 si è parlato del tema con qualche promessa. Speriamo. Vedo con gioia la specifica, intatta, anzi crescente vostra attività missionaria, che non ha mai avuto altro scopo – in Africa e ovunque – al di fuori di far conoscere Gesù e aiutare i poveri e gli ammalati. Credo che questa sia la strada per guardare al futuro non con la preoccupazione di esser sopraffatti da ideologie avverse, ma come un campo d’azione aperto a grandi possibilità di sviluppo umano e cristiano, vedendo all’orizzonte anche l’ecumenismo della carità, che forse risulterà più incisivo dello stesso difficile dialogo tra le religioni.











Ogni Giorno con San Gaspare del Bufalo
Giovedì 12 Marzo






1808: San Gaspare viene ordinato Diacono nella Basilica Lateranense
1826: parte il primo missionario per le isole Ioniche
L’anima illuminata medita su Gesù nell’immagine di Agnello svenato. Essa va dicendo: Il mio diletto è candido e rubicondo di sangue; come dunque non soffrirò io volentieri per la verità? Eccomi pronta ad esser vittima di amore (Scritti spirituali, III, 436. 437).





Amo che siate tutti allegri in Dio! Non voglio malinconie. Non serviamo noi a un gran padrone? Di che temere? Stiamocene intanto nelle piaghe amabilissime di Gesù Cristo (Lettera 891).