domenica 28 novembre 2010

Occhio alla parrocchia: Intervistiamo..ci: Benvenuta Missione: intervista ...

Occhio alla parrocchia: Intervistiamo..ci: Benvenuta Missione: intervista ...: "Ormai la missione popolare, di cui tanto si è sentito parlare all’interno della nostra Comunità Parrocchiale durante l’ultimo anno, è alle p..."

giovedì 21 gennaio 2010

Medjugorje e stata la mia Salvezza!




























Ciao a tutti! Mi chiamo Rocco e vengo da bari.

La mia conversione è avvenuta a Medugorie.


Ero un ragazzo ribelle ed estroverso perchè abitavo in un quartiere dove il più forte andava avanti.

Non avevo problemi nel socializzare.

Quando cominciai ad uscire con gli amici ero sempre senza soldi ed gli amici offrivano per me....

Un giorno uno di loro aveva molti soldi e in me stesso mi chiedevo come poteva tenere tanti soldi ma non osavo chiedere. Vedevo che giorno x giorno i soldi nella tasca di questo ragazzo non diminuivano ma aumentavano. Un giorno gli chiesi come faceva a tenere tanti soldi. Non rispose nulla, mi guardò, sorrise e cambio argomento.

Un giorno mi chiamò e mi disse se volevo andare con loro. Io gli dissi: “dove andiamo? Io devo andare a scuola”. Lui mi rispose: “tanto la scuola non si sposta di la”. Smontarono ad una macchina quattro ruote e le nascondemmo in una casa abbandonata in campagna verso l'ospedale San Paolo. Nel pomeriggio verso le tre mi vidi di arrivare uno di loro e mi disse: “tieni! Questa è la tua parte!”. Mi diedero trenta mila lire e chiesi a me stesso: “Se per così poco ho guadagnato già trenta mila lire figurati…...”. La mia curiosità si faceva sempre più forte.

Verso i 15, 16 anni cominciavo ad uscire e mi spostavo nel centro di bari (tra cui stazione e piazza Umberto). Nel 1993, un giorno nel prendere il pullman vidi una bellissima ragazza e cominciai a corteggiarla. Con questa ragazza ho avuto una figlia. Ma il problema economico si faceva sentire.

Il padre della mia ragazza mi diceva di lavorare ma io trovavo più facile rubare.

Per circa 4 messi prendevo 60 mila lire per ogni sacco di olive che rubavo. Una mattina mi ritrovai nei guai seri. Un vigilante mi puntò una pistola e per poco non mi ha sparato. Come arrivai da mio suocero mi presi un paio di schiaffi in faccia e allora tornai a bari con la mia ragazza.

Il giorno seguente formammo un gruppo e cominciamo a rubare tutti i ragazzi della nostra eta, orologi cellulari e tutto ciò che ci capitava davanti.

Un giorno andai in ospedale x fare un controllo e vidi che negli studi dei medici si poteva entrare facilmente anche aprendo una porta con una scheda telefonica.

La serra seguente andammo al policlinico e rubammo dei computer portatili e una 200 euro. Sta storia andò avanti per mesi e presi il vizio dell’ alcool e della droga. La cosa principale per me era rubare, drogarmi, fare sesso e divertirmi. Mi sono fatto amici che erano temuti e rispettati.

Un giorno mi ritirai a casa e cominciai a rimettere non capivo più nulla,ero divento una persona pazza non mi controllavo più.. fui ricoverato in clinica Pischiatrica ma me ne scappai.

Andai con mia moglie, mia figlia, mio padre e mia madre a Lourdes l'anno successivo ma per me era come fare un viaggio come altri.

Una sera mia moglie sul letto mi guarda e sorride. Le brillavano gli occhi. Mi disse che voleva andare a Medugorie. Il mattino seguente mi alzai presto e presi dei soldi e andai a casa dell’organizzatore per pagare il pellegrinaggio a me, mia moglie e mia figlia.

Quando partimmo non riuscivo a capire come facevano tutte queste persone a tenere il sorriso. La cosa che mi meravigliò tanto fu che quasi tutti facevano a gara ad arrivare presto in chiesa. Provai ad entrare in chiesa ma usci subito perchè la maglietta era bagnata dal sudore per il caldo. Mi misi a girare per i negozi e comprai le corone del rosario.

Ero molto attratto dai rosari ma non riuscivo a darmi una spiegazione....

Dopo nove giorni tornammo a Bari e mia moglie era contentissima. Io invece ritornai alla mia solita vita. Passarono altri anni e io peggiorai sempre di più. Non cera nessuno che mi poteva aiutare, me la prendevo con tutti, anche con mia moglie e mia figlia e cominciai a picchiarle.

Un bel giorno nel maggio 2006 fui arrestato per tentata rapina nella sede I.n.p.s di Lungomare. Rimasi tre giorni nel carcere di bari e dopo tre giorni mi portarono in tribunale. Il giudice mi fece uscire ma mi disse: “stai attento perché la prossima volta non sarà come questa”.

Dopo qualche giorno mia moglie mi disse voleva tornare a Medugorie. Prenotammo di nuovo il viaggio ma un giorno prima della partenza dissi queste parole: “Madonnina faccio l’ultimo furto e poi basta!”. Andai nel policlinico in una stanza di un professore e gli ruppi la porta per portarmi i pc portatili. Mentre stavo rovistando in questo ufficio non trovai nulla e mi arrabbiai cosi tanto che comincia a fargli dispetti: gli sputavo per terra e all'improvviso sentii dei passi nel corridoio. Un dottore e una dottoressa mi chiese cosa stava succedendo e gli dissi che ho sentito dei rumori e sono subito accorso. La dottoressa disse al portiere di chiamare la polizia e cominciai a provare paura. Non sapevo più cosa fare. Arrivò la polizia e mi chiesero cosa io stavo facendo lì.

Il poliziotto mi guardò e si mise a ridere e mi disse: “puoi prendere in giro loro ma non me”.


L'altro collega di quel poliziotto mi disse: “stasera ti portiamo direttamente al carcere se la squadra scientifica trova le tua impronta nella stanza!”.

Chiamai mia moglie e le dissi di avvisare che io non potevo più andare a Medugorie.


Ma la cosa incredibile è che non c’erano impronte. La scientifica non riusciva a trovare impronte. Non c’erano nemmeno le impronte delle scarpe. Né io avevo usato guanti per non lasciare impronte. Il poliziotto mi disse di firmare il verbale e mi mandò a casa.

Al mattino dopo dovevo fare una cosa che era da moltissimi anni che non facevo: mi avviai verso la chiesa san Francesco ma ad un tratto mi blocco per paura e ansia. Mi rigirai e andai ad farmi una passeggiata finchè ad un tratto vidi un sacerdote di colore e lo segui fin dentro nel confessionale. Cominciai a parlare con questo sacerdote che mi fece parlare per un’ora. Mi guardava in un modo mai visto e più parlavo e più mi sentivo leggero: una cosa immaginabile e bella nello stesso momento.

Alla fine pensai: “Beh! Ora minimo come penitenza mi deve far recitare 100 o 200 ave Maria!”. Invece mi chiese: “hai altro da dire?”. Mi domando da quanto tempo era che non mi confessavo e perché ero andato a confessarmi.

Gli risposi: “Padre devo andare a Medugorie e voglio partire pulito di qui!”.


Don Gianpaul mi disse come penitenza di leggere sempre e meditare la parabola del figliol prodigo. Dissi: “Padre da molto tempo non leggo la Bibbia!”. Lui mi disse: “leggila e medita ogni parola. Questa è la tua penitenza!”.

Non vi potete immaginare come mi sentivo bello, leggero come una piuma, ero diventato irriconoscibile. Statti cosi bene per la prima volta a Messa in quel giorno alla chiesa san Francesco alle ore 19!

Dopo la Messa ci imbarcammo e non appena il traghetto partì recitammo il Santo Rosario.

La prima sera a Medugorie fu davvero speciale! Dall'inizio alla fine il cielo era pienissimo di stelle! Il giorno dopo andammo in una comunità di recupero. Io rimasi fuori e vicino ad una piccola grotta chiusi gli occhi e mi lasciai accarezzare dal sole. Si alzò un piccolo e piacevole venticello caldo e dopo un pò non riuscivo a trattenere il pianto. Cominciai a piangere molto!


Quando tornammo a Bari dissi alla Madonna: “Mamma non lasciarmi solo! Stammi vicino!”. Ecco dopo questo viaggio a Medugorie tornai rinato, nuovo dentro e fuori!

Cominciai a partecipare alla Santa Eucarestia, alla recita del Santo Rosario, presi l’abitudine della

confessione ogni settimana. Andavo 2 o 3 volte alla settimana come volontario in parrocchia. Iniziai ad impegnarmi nelle attività parrocchiali e dove avevano bisogno di me.

Un giorno un mio amico disse: “Stasera vieni che ti porterò in un posto dove pregano ogni lunedì!”. Accettai e quando vidi tutte queste persone che pregavano e lodavano Dio ebbi paura! Ma presto cominciai a conoscere tanti amici e tutt’ora considero il gruppo del Rinnovamento la mia nuova famiglia! Non a caso il gruppo si chiama Rallegrati Maria!

Cominciai anche dopo 2 o 3 mesi a frequentare le catechesi! Quasi contemporaneamente cominciai con mia moglie ogni pomeriggio a pregare in un negozio di un amico.

Cresceva in me un grande desiderio di voler regolarizzare il mio matrimonio davanti a Dio e dissi: “Mamma desidero sposarmi davanti a tuo Figlio e so che lo desideri anche tu e tuo figlio Gesù “.

Il sacerdote ci chiamò per fissare la data gli dissi che desideravo sposarmi il 15/7/2007. Il sacerdote mi disse: “No! Facciamo il 16 /7/2007!”.

Ho detto: “Madonnina mia proprio il giorno della tua festa!”. Quanti doni Dio mi ha concesso e quanti doni mi concederà. Questa testimonianza la devo a Mamma Maria perché tutti sappiano il grande compito che Maria ha ricevuto da Dio. “Donna ecco tuo figlio”.

Il Signore mi ha concesso poi non soltanto di ricevere ma anche di dare testimonianza.

Infatti sia ad agosto del 2008 che nel luglio 2009 ho potuto evangelizzare per strada con il mio gruppo e raccontare ai giovani cosa Dio ha fatto per me!



Rocco Cancellato


EVANGELIZZAZIONE SPIAGGE E STRADE

"A Dio tutto è possibile "

Sfoglia l'album fotografico dei momenti vissuti durante l'evangelizzazione sulla strade e spiagge pugliesi. "A DIO TUTTO E' POSSIBILE"

EVANGELIZZAZIONE SPIAGGE E STRADE

http://www.rns-puglia.it/default.php

CARISSIMI AMICI POSSO GRIDARE AL MONDO INTERO CHE SONO ORGOGLIOSSISIMO DI FAR PAETE DEL RINOVAMENTO NELLO SPIRITO SANTO........
"A DIO TUTTO E ' POSSIBILE"

Lui e il Mio Signore, e anche il Vostro Signore,e colui che voi volete toglierlo dalle scuole,non ha mai fatto nulla di Male anzi addato la sua Vita per noi....

Ecco il Mio Signore indica il Suo Cuore,e dice sono pronto ad salire nuovamente per voi sulla Croce,per offrirmi al padre Mio per i nostri peccati, non vi ho mai chiesto nulla anzi vi ho sempre essaudito qualsiasi cosa che voi mi abbiate chiesto, il mio Signore dice e se qualche volta mi avvete chiesto qualcosa e non vi e stata essaudita, il Mio Signore dice:significa che non vi serviva.
chiedete e vi sara dato... non voglio la Morte del Peccatore ma voglio che viva e si converti... vi amo,vi o sempre amato,io sono vostro fratello,il vostro amico, perche mi temete venite a me voi che siete affliti e io vi ristorero.
ecco Lei La Mamma di tutte le mamme lei che alle nozze di cana a interceduto presso il suo figlio,non anno piu vino, nuovamente Maria dice fate tutto Quello che vi dira...

Gesù ti Apre le braccia,buttati nelle sue braccia non temere non ce nulla che possano fare,non ce morte che lui labia sconfito con la sua Morte in Croce.
le donne metre andavano al sepolcro viddero il sepolcro aperto e il corpo del Signore che non cera piu,ed ecco due uomini apparire d'inanzi alle donne, disserò perche cercate tra i morti colui che e vivo .
Amatelo non temete dei vostri errori, Dove abbonda il Peccato Sovrabonta la Grazia di Dio non cè peccato che Dio lo possa cancellare lui addato sestesso per noi, la sua vità....... Amiamolo e facciamolo amare dai nostri figli,dagli amici,parenti..
noi siamo Re, Sacerdoti e Profetti con il Sacramento del Battesimo faciamolo valere nelle nostre case,fuoria, lavoro.
NOI SIAMO SOLDATI DI cRISTO SIAMO SUO ESERCITO CON IL SACRAMENTO DELLA CRESIMA, DOBBIAMO ANNUNCIARE LA PAROLA DI DIO CON I FATTI,OPERE....
SAN PAOLO DICE:GUAI A ME SE NON ANNUCIASI LA PAROLA DI DIO... NOI COME SAN PAOLO SAPIAMO CHE DIO E MORTO E A SCONFITO LA MORTE CON LA SUA RESUREZIONE.
DIO AMA CHI DONA CON GIOIA E QUALSIASI COSA CHE VOI DONATE O PICCOLA O GRANDE MA FATTO CON AMORE NN SAPETE COME E GRADITO AL SIGNORE...
RINGRAZIO DIO DI AVVERMI POSTO QUESTA DONNA AL MIO FIANCO...
CI SIAMO UNITI IN MATRIMONIO 15/07/1995 AL CUMUNE DI BARI MA DOPO IL PELEGRINAGGIO A MEDJUGORJE CI SIAMO SPOSATI IN CHIESA IL GIORNO16/07/2007 ED PER ME E COMINCIATA UNA VITA NUOVA... NUOVI AMICI,GRUPPO DI PREGHIERA,VIAGGI RITIRI SPIRITUALI,CONGRESSI ED LA COSA PIU BELLA E IMPORTANTE EVANGELIZZARE PRIMA NELLA MIA FAMIGLIA E DOPO PER LA VIA DELLA CITA' DOVE DIO MI CHIAMA....
LEI E LA MIA PICCOLA BAMBINA DI 16 ANNI DI NOME MIRNA.....
DIO NEL 1993 MI A DATTO UN GRANDE DONO DI ESSERE PADRE AVVERE UNA SPLENDIDA FIGLIA.
MI RIVOLGO A TUTTI COLORO CHE ANNO PROVOCATO CON ABBORTO O SONO STATI CAUSA DI TALE CRIMINE VI CHIEDO NEL NOME DI GESU' CRISTO,DI ACCOSTARVI AL SACRAMENTO DELLA RICCONCILIAZIONE... I FIGLI E UN GRANDE DONO DI DIO...... CHE NESSUNO DICO NESSUNO A LA FACOLTA' E IL POTERE DI DECIDERE SULLA VITA' CHE DIO DA ANCHE SE IL PICCOLO VIENE DA UNA VIOLENZA NOI NON SIAMO NESSUNI DA GIUDICARE ANZI IL PICCOLO NON A COLPA... VA SOLO AMATO,RISPETATO......

CASA DEI BAMBINI, MEDJUGORJE
MEDJUGORJE. NELLA PAROLA ERA LA VITA E LA VITA ERA LA LUCE DEGLI UOMINI...
" Cari figli in questo giorno di gioia vi porto tutti davanti a mio Figlio Re della Pace affinchè vi dia la sua pace e benedizione. Figlioli, condividete questa pace e benedizione con gli altri nell'amore.
Grazie per aver risposto alla mia Chiamata."

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BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO C)

LITURGIA DELLA PAROLA

Antifona d'ingresso
Dopo il battesimo di Gesù si aprirono i cieli,
e come colomba
lo Spirito di Dio si fermò su di lui,
e la voce del Padre disse:
“Questo è il Figlio mio prediletto,
nel quale mi sono compiaciuto”
Colletta
Padre onnipotente ed eterno,
che dopo il battesimo nel fiume Giordano
proclamasti il Cristo tuo diletto Figlio,
mentre discendeva su di lui lo Spirito Santo,
concedi ai tuoi figli, rinati dall’acqua e dallo Spirito,
di vivere sempre nel tuo amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

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O Padre, il tuo unico Figlio
si è manifestato nella nostra carne mortale,
concedi a noi,
che lo abbiamo conosciuto come vero uomo,
di essere interiormente rinnovati a sua immagine.
Egli è Dio e vive e regna con te...
--------
Padre d’immensa gloria,
tu hai consacrato con potenza di Spirito Santo
il tuo Verbo fatto uomo,
e lo hai stabilito luce del mondo
e alleanza di pace per tutti i popoli;
concedi a noi che oggi celebriamo
il mistero del suo battesimo nel Giordano,
di vivere come fedeli imitatori
del tuo Figlio prediletto,
in cui il tuo amore si compiace.
Egli è Dio, e vive e regna con te...


PRIMA LETTURA
Is 40,1-5.9-11
Dal libro del Isaia

«Consolate, consolate il mio popolo –
dice il vostro Dio.
Parlate al cuore di Gerusalemme
e gridatele che la sua tribolazione è compiuta
la sua colpa è scontata,
perché ha ricevuto dalla mano del Signore
il doppio per tutti i suoi peccati».
Una voce grida:
«Nel deserto preparate la via al Signore,
spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia innalzata,
ogni monte e ogni colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in vallata.
Allora si rivelerà la gloria del Signore
e tutti gli uomini insieme la vedranno,
perché la bocca del Signore ha parlato».
Sali su un alto monte,
tu che annunci liete notizie a Sion!
Alza la tua voce con forza,
tu che annunci liete notizie a Gerusalemme.
Alza la voce, non temere;
annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!
Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
il suo braccio esercita il dominio.
Ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Come un pastore egli fa pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul petto
e conduce dolcemente le pecore madri».

Parola di Dio

Salmo responsoriale
Sal 103
Benedici il Signore, anima mia.

Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto,
tu che distendi i cieli come una tenda.

Costruisci sulle acque le tue alte dimore,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento,
fai dei venti i tuoi messaggeri
e dei fulmini i tuoi ministri.

Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Ecco il mare spazioso e vasto:
là rettili e pesci senza numero,
animali piccoli e grandi.

Tutti da te aspettano
che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;
apri la tua mano, si saziano di beni.

Nascondi il tuo volto: li assale il terrore;
togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

SECONDA LETTURA
Tt 2,11-14;3,4-7
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.

Parola di Dio

Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Viene colui che è più forte di me, disse Giovanni;
egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Alleluia.

VANGELO
Gv 1,1-18
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Parola del Signore

BREVE RIFLESSIONE PERSONALE:

Con il Battesimo di Gesù, si apre la sua vita pubblica. Dio, dice il Vangelo, lo riconosce come Suo Figlio e da quel momento il Cristo(l'Unto di Dio), inizia la sua missione: portare ogni uomo alla Salvezza.

Gesù era il Figlio di Dio e come tale non avrebbe avuto alcun bisogno di ricevere il Battesimo, eppure come ho già ribadito più volte in queste settimane, ha voluto vivere pienamente la sua umanità. Come dice san Paolo ai Filippesi: «Pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce». Non ha mai snobbato la Legge con presunzione, ha detto di essere venuto per potarla a compimento, non per distruggerla.

Mi piace molto anche un altro aspetto del Vangelo di questa domenica: « Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera».
Gesù prega! Prega il Padre. Anche Lui ha questa necessità, sente questo bisogno.
Mi domando: è importante anche per noi la preghiera? Spesso capita di dimenticarcene di trascurarla, ma ricordiamoci che è il modo privilegiato per rapportarci con il Signore.

Che il buon Dio ci aiuti a riscoprire la bellezza di rivolgerci a Lui nella preghiera.

BUONA SERATA







mercoledì 20 gennaio 2010

Gesù manifesta la sua Gloria alle nozze di cana rispondendo alla Preghiera di Maria


Sorelle care, questa mattina abbiamo cominciato a meditare sul primo miracolo che Gesù compì: il miracolo delle nozze di Cana col quale diede inizio ai suoi prodigi, e abbiamo detto anche che Gesù fece il suo primo miracolo in questo contesto di nozze, proprio perché chiama gli uomini da lui redenti ad uno stato sponsale, di uno sposalizio ovviamente soprannaturale, spirituale, divino, tramite l'amore della carità. San Tommaso dirà: caritas est vis unitiva, la carità è una forza di unione. Quindi, se l'anima umana ama Iddio, immediatamente sperimenta in sé una perfetta unione con Dio. Abbiamo poi sottolineato come l'amore di Dio, a differenza di una semplice amicizia umana, presenta questi tratti tipicamente sponsali, cioè il tratto dell'intimità, dell'esclusiva familiarità con Dio: appartenere noi tutti a Dio, senza eccezione alcuna, senza sottrarre qualcosa a Dio, ed appartenere a Dio solo, senza disperderci nelle creature, senza perdere di vista quello che è l'unum necessarium, l'unica realtà necessaria.

Questo pomeriggio, proseguendo nella lettura e nel commento del santo Vangelo, arriviamo al terzo versetto. L'evangelista dice così: Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: Non hanno più vino. Sempre mi sorprende e mi commuove la concisione e la semplicità con cui la madre del Signore dice: Non hanno più vino. Non gli fa un lungo discorso, un discorso articolato dove dovrebbe spiegare tutte le ragioni. No, dice semplicemente, attirando l'attenzione del Salvatore su questo semplice fatto, gli dice: Non hanno più vino. Gesù capisce subito che sua madre gli chiede appunto di fare il miracolo, il prodigio, come risulta poi dalla sua risposta. In questo, care sorelle, c'è anzitutto da meditare, da pensare a quanto è importante l'intercessione di Maria presso il suo Figlio per ottenere da Lui un qualsiasi beneficio. Vedete, non a caso, proprio il primo prodigio - voi sapete che il primo è sempre in qualche modo emblematico, paradigmatico - il primo prodigio di Gesù è operato proprio per intercessione della sua Madre Santissima; si potrebbe quasi dire in modo straordinario, perché questo vangelo è davvero sorprendente: vedete, Maria ha ottenuto questo miracolo accelerando i tempi.

Infatti Gesù dice: E che importa a me e a te, Donna? Non è ancora giunta la mia ora. Che cosa significa questo per noi? In quale modo questo ci riguarda? Il mio tempo non è ancora venuto. Gesù dice chiaramente: No, non farò il miracolo, il mio tempo non è ancora venuto. Maria, con pazienza straordinaria e soprattutto con fede incrollabile dice: Fate tutto quello che vi dirà; allora Gesù compie il miracolo e dice: Attingete l'acqua, e l'acqua che attingono diventa vino.

Vedete, la beata Vergine ottiene proprio quello che è quasi l'impossibile. Ecco perché si diceva giustamente di Maria che Ella gode di una onnipotenza di intercessione presso Dio. Non c'è altra via al Padre se non quella via che il Padre stesso ha tracciato, e quella via è Gesù. Non ce ne sono altre. In questo contesto, sorelle care, succede molto spesso che ci siano dei mistici esagerati, che poi esagerando nello spirito cadono nella falsità, come dice appunto san Paolo: Oh voi insensati Galati, cominciate dallo spirito e finite nella carne. Si comincia nella verità evangelica, la si esagera, poi si finisce al di fuori dell'ortodossia, al di fuori del dogma. Ora, ogni autentica vita di orazione, ogni autentica esperienza mistica, come sottolineano le due grandi anime mistiche della Chiesa cattolica che sono appunto le due dottoresse della Chiesa, e cioè santa Caterina da Siena, nostra consorella, e santa Teresa, entrambe (e non solo loro: tutti i mistici cattolici veramente degni di tal nome), sottolineano che in nessun momento della vita di orazione l'anima abbandona quella via maestra, quella via unica che è Gesù.

La via dell'ubbidienza, via umilissima, perché la natura umana di Gesù paragonata al Padre e allo stesso Verbo consustanziale al Padre e al Divino Spirito, paragonata alla natura divina, la natura umana è quello che è ogni natura creata, cioè un nulla. Però è un nulla che Iddio ha scelto: è questo che conta, non la grandezza delle realtà in sé, ma la grandezza che Dio dà ad ogni realtà. La vera vita di orazione non può mai dispensarsi da questa fondamentale umiltà ed obbedienza, che non vuole ottenere Dio, come dice sant'Anselmo, quasi per rapinam, quasi usurpando la divinità. Anche questa è una via, ma è la via che ha scelto il demonio, l'apostata fin dall'inizio, è la via dei nostri progenitori, è la via dei peccatori: cioè essere come Dio, ma senza Dio.

Bisogna invece essere come Dio secondo il dono di Dio, ecco che cosa avviene nelle anime buone e sante. La cosa interessante, che mi fa molto meditare, è la vicinanza della santità al peccato. Vedete, tanto i Santi quanto i peccatori vogliono essere come Dio: ciò vuol dire che amare Dio è una necessità; non si può non amarlo, tutti lo amano. Santi e peccatori, ma con un amore abissalmente diverso: per quella sola sfumatura che i Santi amano Dio con umiltà, i peccatori invece pensano di amare Dio a modo loro, cioè in modo orgoglioso. L'umiltà o l'orgoglio, distingue gli angeli buoni e quelli cattivi, distingue i Santi e i peccatori. L'amore di Dio c'è negli uni e negli altri, l'umiltà c'è negli uni e non c'è negli altri; ecco perché l'amore è vero solo in chi è anche umile. Chi è umile si sottopone con obbedienza, non in quel modo suo di amare Dio, ma a quel modo in cui Dio stesso vuol essere amato. Care sorelle, vedete quanto è importante sottomettersi alla povertà, all'umiltà delle creature se sono innalzate da Dio a strumenti della sua divina rivelazione. Così non c'è altra via verso il Padre se non Gesù: e, notate bene, non c'è altra via verso Gesù, se non Maria. Perché questo?

Qualcuno potrebbe dire, anzi, sono i protestanti, a questo punto, che ci fanno questa obiezione quando dicono: In fondo voi cattolici moltiplicate i mediatori. Allora perché non potrebbe esserci un'altra via che conduce a Maria ed un'altra via per quell'altra via ecc.?

Rispondiamo noi cattolici: Per un semplice motivo, perché Iddio ha voluto in quel determinato modo, perché Iddio l'ha voluto. Ecco perché Gesù è l'unica via verso il Padre, ed ecco perché Maria è l'unica via verso Gesù.

Se il Padre Eterno voleva perdonarci, cancellare il nostro peccato, poteva farlo anche senza l'Incarnazione. Non sarebbe stata una redenzione così perfetta, così piena, però sarebbe sempre redenzione, perché Dio è onnipotente, Dio non è legato a nessuno schema prefisso. Dio poteva redimere anche senza l'Incarnazione, ha voluto invece che il suo Figlio si incarnasse; è volontà di Dio. Similmente Iddio avrebbe potuto benissimo far discendere dal cielo il Figlio suo incarnato, come uomo maturo, come uomo adulto, come vaneggiavano alcuni eretici nei primi secoli, che parlavano di Cristo come dianthropos epouranios, uomo celeste, che scende dalle stelle proprio come uomo completo, maturo, sulla nostra terra.

Dice san Paolo, nella sua semplicità straordinaria, con quella frase che è tutta un trattato di cristologia e di mariologia: Egli è nato sotto la legge ed è nato da una donna. Perché noi diamo quel culto particolare a Maria considerandola come la nostra via a Gesù, per Mariam ad Iesum? Per un solo motivo, come dice san Bernardo: Perché Iddio ha voluto che noi tutto avessimo per Maria.

Maria, dandoci Gesù, ci ha dato il dono perfetto dell'Eterno Padre: perché il Padre, il dono del Verbo e del suo Spirito, che è dono del Padre e del Figlio, nel dono del Verbo, Iddio ci dà se stesso.

Vedete, Gesù Redentore, vero Dio e vero uomo, il dono perfetto del Padre, il Padre ce lo ha dato tramite Maria, per mezzo di Maria. Ecco allora come Colei che ci ha dato Gesù, è anche Colei che ci conduce a Gesù. È davvero ardita, ma molto giusta e profonda quella parola che dice che la beata Vergine est quasi forma Dei, è quasi la forma di Dio. La forma è come il modello, come quando si fa una statua, si fa prima un modello di quella statua e poi vi si fonde dentro il metallo, bronzo o qualcosa del genere.

Giustamente san Luigi Maria Grignion de Montfort, prendendo questa idea diMaria forma Dei - è antichissima questa idea, mi pare che lo stesso sant'Agostino fosse il primo ad accennarla - dice che nessuno può essere plasmato, modellato dallo Spirito Santo in modo cristiforme, cioè in modo tale da crescere, come dice l'apostolo, fino alla piena maturità dell'uomo adulto in Cristo, se non tramite quel modello che è appunto Maria.

Vedete, care sorelle, che noi abbiamo l'accesso a Gesù e tramite Gesù al Padre, solo se percorriamo la via semplice, umile di Maria, tramite la quale noi arriviamo a Gesù. Orbene, anche qui, nel primo prodigio di Gesù c'è l'intercessione di Maria, Maria onnipotente quanto alla sua intercessione presso Dio. C'è l'intercessione di Maria e c'è anche la guida di Maria che dice: Tutto quello che Egli vi dirà, fatelo. Vedete Maria, ci dice sempre così, Maria è limpida, come si dice sempre nelle litanie, speculum iustitiae: mi piace tanto questa invocazione! Tutte queste espressioni delle litanie in onore della Vergine sono così belle e così mistiche, anche poetiche, proprio splendide.Speculum iustitiae, cioè lo specchio che rispecchia in sé per la sua limpidità, per la sua purezza, per la sua umiltà - perché lo specchio riceve la luce, quindi purezza ed umiltà, due virtù eccelse in Maria - questo specchio terso che è Maria, rispecchia perfettamente per la sua purezza, per la sua recettività, per la sua umiltà, rispecchia perfettamente i raggi di Colui che è il Sol iustitiae, il Sole di Giustizia, il Cristo. Maria rispecchia perfettamente l'immagine di suo figlio, l'immagine di Gesù, perciò non c'è altro modo di avvicinarsi a Gesù, se non proprio tramite l'intercessione e tramite la guida di Maria.

I protestanti ancora dicono - ma, capite, è un guaio, perché i protestanti non ci sono ormai solo in Svezia, Norvegia, Finlandia, in Germania dove il Santo Padre ha fatto tanta fatica per il suo ministero difficile, faticoso, ma proprio per questo benedetto dal Signore - i protestanti non stanno solo là vicino ai paesi nordici, no: i protestanti ahimé ormai si insinuano anche nella santa romana Chiesa, con questa mentalità di dire: Ma, se noi onoriamo troppo Maria, non sottraiamo qualcosa a Gesù?.

San Bernardo non aveva dubbi, vedete, de Maria numquam satis, di Maria mai si dirà abbastanza. Perché? Chi loda Maria, chi prega Maria, chi medita Maria loda, prega, medita Gesù stesso. Perché? Perché Maria è speculum iustitiae, rispecchia la giustizia. Il primo miracolo di Gesù, è impetrato dall'intercessione insistente e difficile della sua Madre SS., perché per Gesù, di per sé, non è venuto il suo momento, non è venuta la sua ora e la madre sua accelera i tempi, fa venire l'ora, prima ancora che dovesse venire, certo intendiamoci bene, non che Maria possa qualcosa contro Dio, questo sicuramente no, ma può tutto in quanto Ella intercede per quello che Dio già vuole concedere, ma precisamente per la sua intercessione. Vedete care sorelle, senza la sua intercessione Dio non avrebbe concesso, ecco perché non è l'ora di Gesù; l'ora è venuta perché Maria ha pregato per quegli sposi. È così.

Allora subentra in qualche modo il mistero della predestinazione. Il fatto che Iddio stabilisce i momenti, i tempi e fissa l'ora, come l'ha fissata al nostro Salvatore e non toglie che ci sia un contributo umano di opere e di preghiera. Ci sono alcuni che dicono: Ma, se Dio prevede già tutto, se Dio ha già predeterminato tutto, è inutile che io faccia delle opere buone, è inutile che io preghi. Invece no! Tutt'altro che inutile! Perché Dio ha previsto le nostre opere buone, ha previsto le preghiere per ottenere quella determinata grazia, e se non bastano, come non bastano generalmente le nostre povere preghiere personali, allora bisogna propiziare a nostro favore l'intercessione dei Santi, in particolare di Colei che di tutti i Santi è la regina, Maria Santissima, la Madre gloriosa del Signore.

San Tommaso, nel suo commento del Vangelo di san Giovanni, ci fa vedere tre aspetti che l'evangelista mette in rilievo e che sono molto importanti, per la nostra vita spirituale, nell'atteggiamento di Maria; anzitutto la sua pietà e la sua misericordia. Il che ci fa sperare bene, perché sapendo che Maria è piena di misericordia, noi ci facciamo coraggio perché sappiamo che Ella nutre dei sentimenti veramente materni nei nostri riguardi, conosce, comprende le nostre difficoltà e le nostre pene, e non solo, fa suoi i nostri dolori, come fece sua l'apprensione di quegli sposi nelle nozze di Cana. Infatti, spetta alla misericordia considerare i difetti, i mali, le necessità altrui, come se fossero dei mali propri. Voi capite come la misericordia e la pietà nascono dall'amore, da quella vis unitiva della quale abbiamo parlato. Un'anima che veramente ama il prossimo diventa un tutt'uno con il prossimo: quindi considera il bene del prossimo come il suo bene proprio, e ne gode; ma considera anche il male del prossimo come male suo proprio e se ne rattrista. Come uno quando è nella tristezza, quando è afflitto da un male, cerca di toglierlo di mezzo, così il misericordioso si muove subito a togliere di mezzo il male altrui, ad aiutare il prossimo.

L'amore diventa immediatamente misericordia. San Paolo nella seconda lettera ai Corinzi dice: Chi è debole che anche io non lo sia? Chi riceve scandalo, che anch'io non ne frema?. Vedete, san Paolo esprime questo atteggiamento di misericordia tutto in chiave apostolica: se un cristiano soffre, l'apostolo soffre ancora di più. Vedete, così similmente la beata Vergine ha avuto anzitutto sentimenti di misericordia. Poi per quanto concerne Gesù, Maria rivela tutta la sua riverenza verso di lui, proprio per la semplicità della sua preghiera.

Come già vi dissi, Maria gli espone una preghiera semplicissima, non dice a Gesù come deve esaudirla, quando deve esaudirla, in che modo deve esaudirla; gli dice solo: Non hanno più vino. Tutto il resto lo lascia a Gesù, ricorre a Lui con una preghiera semplicissima, ma proprio per questo fu una preghiera estremamente pia e riverente.

Noi, care sorelle, veramente non meritiamo di essere ascoltati da Dio se non rispettiamo Dio. Bisogna rispettare Dio. È la pietà che rispetta, perché tratta Dio per quello che è, cioè Dio, il Signore e Sovrano di tutte le cose.

Spesso invece succede che le preghiere impetrative sono quasi dei comandi impartiti al Signore, questa è davvero una presunzione notevolissima. Ci sono delle povere anime che sono da trattare davvero con molta carità, bisogna fasciargli quelle ferite, cercare di cambiargli mentalità a quelle povere anime. Ci sono delle anime che si danno alla preghiera tanto per provare, perché provare non nuoce, potrebbe anche funzionare; queste si danno alla preghiera dicendo: Se Dio mi esaudisce, io continuo a pregare, se non mi esaudisce, chi me lo fa fare?. Questa non è una preghiera pia, non è una preghiera devota, non è una preghiera riverente; queste sono esagerazioni. Ci sono delle irriverenze più sottili, quando uno dice: Signore, dammi quella grazia, però io la vorrei in quel determinato modo... . Invece proprio Maria, con questa sua semplicissima preghiera, non hanno più vino, ha detto tutto. Cosi anche noi dobbiamo sì presentare le nostre necessità, ma dobbiamo sapere che prima ancora che gliele presentiamo, Lui le sa già, le conosce già. Non nuoce però presentargliele, perché ci sono anime che esagerano dall'altra parte. Ci sono anime angosciate che dicono: Io prego sempre Dio per avere qualche grazia... . Non c'è dubbio, la preghiera dell'adorazione è la preghiera suprema, però anche nell'impetrazione c'è tutta una fiducia riposta in Dio. Vedete, se non ci fidassimo di Dio, se non ci fidassimo nel Signore, certamente non ricorreremmo a Lui nelle nostre necessità; quindi è cosa buona e santa presentare a Dio le nostre necessità, come fece Maria: Non hanno più vino. Però nel contempo farlo con semplicità e lasciando a Dio di esaudirci come lui vuole. Dice sant'Agostino: Se Dio dovesse esaudirci come vogliamo noi, ci sarebbe un grande turbamento nel governo delle cose umane, proprio perché noi stessi, con la nostra sapienza davvero limitata, non riusciremmo a capire quello che veramente ci giova.

È interessante che persino gli antichi sapienti abbiano scoperto questo fatto. Dice infatti Socrate: Ci sono alcune preghiere che è meglio non siano esaudite. È vero. Qualcuno chiede qualcosa e poi, a distanza di qualche anno, quello che ha chiesto gli appare una grande stoltezza e dice: Signore, ti ringrazio che non mi hai esaudito in quel momento, questo succede molto spesso... Allora, in tutto, bisogna avere una grande, incondizionata fiducia in Dio, perché il Signore quella fiducia se la merita. Noi, allora, dobbiamo presentargli le nostre preghiere con semplicità, come fece Maria (dice il salmo: Signore, davanti a te ogni mio desiderio ed ogni mio gemito a te non è nascosto). Poi, in Maria, sorprende anche la sua premura, la sua sollecitudine e diligenza, che appare dal fatto che non ha aspettato che il vino venisse meno, ma prevedendone la ristrettezza, subito si rivolse a Gesù.

Essere attenti, essere solleciti, premurosi, prevenire quasi le situazioni, è importantissimo; notate bene, come la virtù della prudenza guida, non comanda, guida la virtù della carità. La carità è la suprema di tutte le virtù, però è guidata dalla prudenza: cosi anche la carità di Maria è stata interamente guidata dalla prudenza. Solo che la prudenza, contrariamente a quello che generalmente si pensa, non consiste nell'essere continuamente in esitazione, nel dubbio, nel non decidersi mai; oggi si ha l'idea del prudente come di una persona che è indecisa, una persona che mai agisce. Invece il prudente, nel vero senso della parola, significa una persona saggia, che certo è lenta nel deliberare, nel consultarsi, certo non agisce in modo spavaldo, però quando viene il momento di agire, dopo aver riflettuto sulle proprie azioni, sul da farsi, agisce con estrema decisione. Ecco perché la prudenza regola il nostro agire, illumina il nostro agire; ed ad essa spetta anche l'aspetto decisivo, che è quello della sollecitudine (o solerzia, la chiamavano anche gli antichi): la solerzia è una caratteristica propria della prudenza. Il prudente non è quello che subisce gli eventi, che è passivo di fronte agli eventi, il prudente è colui che si fa un'idea, un pensiero davanti agli eventi prossimi futuri, quasi anticipandoli. Così anche Maria Santissima è stata prudente, solerte, sollecita, non ha aspettato che il vino mancasse, ma ha per tempo avvertito Gesù.

Ora che cosa significa quel vino che mancava alle nozze di Cana? Naturalmente significava anzitutto il vino vero e proprio, ed è inutile che vi dica come è bella questa premura della Madre Santissima del Signore, in vista della gioia di questo banchetto nuziale; questi sposi veramente dovevano vivere un giorno di gioia come si addice ad un giorno di nozze. Però, al di là di questo motivo umano, che pure è bellissimo e commovente, vi è il significato mistico del vino. Quale significato? Dice san Tommaso rifacendosi alla lettura dei Santi Padri: Il vino è soprattutto stato usato nell'antichità come medicina, però come medicina amara ed aspra sulle piaghe. Ai nostri giorni non si adopera più il vino per disinfettare le piaghe, ma si adopera un disinfettante che solitamente brucia. Così il vino significa anzitutto l'austerità, persino l'asprezza della giustizia. Ma il vino è anche dolce al nostro palato e così significa la sapienza, che è senza amarezza. Ed infine il vino è inebriante, sotto questo aspetto, raffigura allegoricamente la carità, poiché la carità porta l'anima alla sobria ebrietas, la sobria ebbrezza.

La carità è virtù sovrumana, cioè fa sì che la nostra volontà in modo incondizionato, infinito, smisurato, sia tutta di Dio. Ecco come la carità è unaebrietas, è una ebbrezza; una carità che non sia inebriante non è carità. Vedete, la carità tende sempre all'eccesso, tende sempre all'infinito.

Pensate a quello che ci dice Gesù sulla necessità di amare non solo chi ci fa del bene, non solo ad amare le persone che noi ben volentieri accettiamo; no, dobbiamo amare chiunque: chi ci fa del male, chi ci è ostile, i peccatori. Gesù aveva una predilezione per i peccatori, vedete questa infinità dell'amore, quindi una ebrietas, perché l'ebbrezza è qualcosa che sconfina, che va al di là della norma. Però una sobria ebrietas, che a differenza dell'ebbrezza comune, che non è per niente sobria, anzi annulla la ragione, quella sobria ebrietasdella carità certo fa eccedere l'uomo (ecco perché si dice ebrietas), ma nel contempo lo fa eccedere in modo sobrio. Perché nella carità è quasi come se la ragionevolezza divina, la sapienza divina, facesse le veci della povera sapienza umana. C'è un eccesso, ma è un eccesso misurato e moderato da quella misura, che è misura in se stessa, cioè dalla misura della bontà e della verità divina. Dice san Tommaso che le nozze di Cana, con le quali Gesù diede inizio ai suoi miracoli, significano l'avvicendarsi delle due alleanze, il cambiamento dall'Alleanza antica a quella nuova. Nell'Alleanza antica il vino era una promessa, il vino mancava ancora. Venne il vino della giustizia, della sapienza, della carità, venne appunto con la nuova legge, la legge della grazia del Signore. Infatti la giustizia antica è imperfetta. Dice Gesù: Se la vostra giustizia non sarà più abbondante di quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei Cieli, giustizia e carità. Una sapienza che è ancora tutta figurale, non è ancora la realtà, è un adombrare la realtà: san Paolo, prima ai Corinzi cap. 10, Tutte queste cose accaddero a loro come un esempio, come un esempio delle cose future, sapienza figurata.

Infine la carità mancava agli antichi, che hanno ricevuto soltanto lo spirito della schiavitù nel timore, mentre il Cristo mutò l'acqua del timore nel vino della carità. Non dico che tutti gli antichi abbiano ricevuto solo la schiavitù del timore, questo certamente no, ma l'antica Alleanza è un'alleanza di timore; la nuova Alleanza di carità ha un cuore nuovo, rinnovato nell'amore. Vedete, sorelle, certo gli uomini dell'antica Alleanza, singolarmente presi, potevano benissimo avere la carità. Molto spesso si fa questo errore: o si esalta l'antica Alleanza mettendola quasi alla pari dell'Alleanza nuova, altre volte invece la si svaluta del tutto come se gli antichi non potessero accedere alla santità, invece i profeti, i sovrani dell'antichità, i patriarchi erano certamente santi; però, in quanto santi, appartenevano già alla nuova Alleanza, dove già c'era il vino della perfetta giustizia, della sapienza che viene dall'alto della realtà di Cristo: la perfetta carità, non più uno spirito di schiavitù. Ecco allora il significato mistico del vino. E Gesù, alla Madre sua Santissima che gli chiede implicitamente il miracolo, risponde: Che ho da fare con te, o donna? Non è giunta ancora la mia ora.

Dice ancora san Tommaso che tre sette ereticali hanno preso occasione di errare, di deviare dalla retta via. Anzitutto i manichei, in particolare lo gnostico Valentino, che sostiene che Gesù non avrebbe per nulla ricevuto un corpo terreno dalla Vergine; loro, gnostici e manichei, sostenevano la tesi che vi dicevo dell'anthropos epouranios, dell'uomo celeste, non l'uomo terreno e negavano la realtà della corporeità di Gesù, negavano la fisicità del suo corpo e dicevano: Gesù non ha ricevuto nulla da Maria. Questo gnostico Valentino, diceva che Gesù avrebbe detto a Maria: Che ho a fare con te, o Donna?. Come dire, da te nulla ho ricevuto. Questa è un'eresia spaventosa, capite, ed è smentita dallo stesso testo evangelico, infatti, dice appunto l'evangelista san Giovanni, che vi era la Madre di Gesù e se Maria è chiamata dall'evangelista madre, indubbiamente è Lei, che ha dato a Gesù la sua vita umana, la sua natura umana. Lo Spirito Santo ha tratto la natura umana di Gesù dal grembo verginale di Maria; Maria ha dato a Gesù la sua umanità.

Invece gli ebioniti fanno leva sulla parola donna: Che cosa ho a che fare con te, o Donna?. Fanno leva sulla parola donna per negare, ahimè - succede anche ai nostri tristi tempi - per negare la verginità di Maria, per dire appunto: Se Maria è chiamata da Gesù donna, non poteva essere vergine. Invece, osserva giustamente san Tommaso che anche Adamo ha chiamato Eva vergine, perché come vergine Eva è stata creata da Dio, è stata condotta ad Adamo, Adamo ha chiamato Eva la prima vergine, l'ha chiamata pure donna. Quindi, vedete, pure questo argomento non regge.

Nella denominazione donna, alcuni pensano ad una espressione poco riverente, che non tiene del tutto conto della grandezza della Vergine Santissima. Invece quella espressione è proprio la più grande e la più bella esaltazione della Madre Santissima del Signore. Quando Gesù dice Donna, chiamando cosi la sua Madre, ebbene, intende dire: nuova Eva. Cioè non è una tra tante donne, ma è la donna per eccellenza.

Maria è la donna per eccellenza, in lei veramente mutano le sorti di Eva. Tramite Eva venne la maledizione: quella maledizione, quella morte, morale prima e fisica poi, quella morte è cancellata in Maria. È interessante come sant'Agostino giustamente sottolinea che in fondo Eva non meriterebbe essere chiamata madre dei viventi ma piuttosto madre dei morienti: effettivamenteè così.

Noi veniamo in questo mondo nascendo peccatori, nel peccato mi ha concepito mia madre, vedete proprio io sono non solo nato, ma proprio concepito nel peccato. Solo Maria è stata preservata dal peccato delle origini. Vedete il contagio della colpa: noi nasciamo peccatori, anzi siamo concepiti come peccatori; quindi Eva, la vita che ci viene da Eva, è una vita di morte, una vita segnata dalla morte. Ecco allora perché quell'altra Eva, la Donna per eccellenza, la Madre dei viventi, doveva restituire all'uomo ciò che gli è stato tolto dalla prima Eva, cioè doveva ridargli la vita, doveva veramente adempiere a quella promessa che Dio diede alla prima Eva e che nella prima Eva non si è adempiuta, cioè di dare vita. Solo in Maria abbiamo una vita che non è più segnata dalla morte, cioè abbiamo la vita in Cristo; lo dice san Paolo che da Gesù ha la sua vita: Non sono più io che vivo, ma in Cristo figlio di Dio.

Vedete come Maria è realmente nostra madre. È Madre di Gesù, ma è madre nostra e, in questo senso, madre dei viventi, madre di tutta la Chiesa. Infine i priscillianisti, un'altra setta, prendevano l'occasione dell'errore da quell'affermazione di Gesù che dice: Non è ancora giunta la mia ora. Come se Gesù dipendesse da una specie di fatalità, dagli astri (anche al giorno d'oggi, sorelle, l'astrologia è una piaga vera e propria, vedere quanta gente, che pure frequenta la chiesa, però crede nel contempo agli influssi astrali; è un combattimento duro quello contro ogni sorta di superstizione, d'altra parte non può essere diverso perché ogni epoca di incredulità è anche un'epoca di crescente superstizione). Costoro, quelli che pensano che Gesù fosse sottomesso agli astri, alla fatalità, non sanno chi era Gesù, il Creatore, il Signore dell'universo, quindi a Gesù gli astri sono sottomessi, non Lui agli astri, né Lui alla fatalità, ma ogni corso degli eventi del mondo è prestabilito da Lui, è predeterminato da Lui.

Gesù, dunque, non soggiace a nessuna fatalità, tanto è vero che anche noi stessi non dovremmo, come cristiani, come liberi, cioè dotati della libertà di figli, non dovremmo mai considerarci ancora assoggettati ai tempi, alla fatalità, addirittura agli astri. San Tommaso dice (mi piace tanto): Può anche darsi che la parte esterna, corporea dell'uomo dipenda dagli astri, ma non certo la parte razionale. Quindi bisogna rinnegare la razionalità e la spiritualità dell'uomo per credere che l'uomo sia sottomesso agli astri.

Che cosa voleva invece dire questa parola di Gesù: Non è ancora giunta la mia ora? Non che egli fosse sottomesso a qualche fatalità, ma che non era giunta ancora l'ora predeterminata, prevista dal Padre suo, come l'ora della sua passione. Tutta la vita di Gesù è un'ora perfetta, quella che i greci chiamanokairos (è tanto bella questa espressione che è quasi intraducibile, perché noi diciamo tempo, questo in greco si dice kronos; quando i greci dicono kairosintendono dire che il tempo è un momento di grazia: così tutta la vita di Gesù è un'ora, cioè un kairos, perfetto). È un attimo, una durata perfetta, quel tempo è il tempo della pienezza, il tempo privilegiato, il tempo della riconciliazione. Ecco che cosa significa la venuta dell'ora. La vita di Gesù, il servo perfettamente ubbidiente di Dio: nella vita di Gesù tutto è prestabilito da Dio, l'ora della sua passione, ma anche l'ora del suo primo miracolo. La domanda del Salvatore: Che ho da fare con te o donna?, viene interpretata da sant'Agostino alla luce delle due nature di Cristo.

È interessante questa interpretazione agostiniana che rivela la dualità divina ed umana di Gesù; dice infatti sant'Agostino: Fare i miracoli, fare i prodigi conviene a Gesù secondo la natura divina che egli ricevette dal Padre; invece soffrire, patire, morire per noi, gli conviene secondo la natura umana che Egli ha ricevuto dalla madre. Ecco perché sant'Agostino dice che nel momento del suo primo prodigio Gesù sembra non riconoscere sua madre: non perché non la riconosca come madre sua, ma proprio perché Gesù vuol dire: il potere di fare dei miracoli e l'ora in cui devo compiere dei miracoli, anzi il primo miracolo, è un'ora ed è un potere che non dipendono da nessuno, se non dal Padre mio, che è nei Cieli.

Quindi, Gesù, nel suo fare miracoli, rivela la sua natura divina. Mentre gli altri Santi fanno i miracoli solo intercedendo presso Dio, cioè invocando Dio, Gesù fa i miracoli - certo invocando pure il Padre suo - ma li fa anche per autorità propria, essendo lui il Verbo consustanziale. Allora il potere di fare miracoli deriva dal Padre; invece nell'ora della passione (perché quel corpo che Gesù ha assunto per la nostra salvezza gli viene dalla Vergine: ricordate la Lettera agli Ebrei, nella quale san Paolo fa dire appunto al Salvatore venendo nel mondo: Tu non mi hai chiesto sacrificio, né olocausto, ma un corpo mi hai preparato) quel corpo preparato al Verbo nel grembo verginale di Maria dallo Spirito Santo, quel corpo è destinato ad essere la Vittima pasquale, ad essere appunto la Vittima dell'espiazione. Ecco allora perché Gesù avrebbe chiamato Maria sua Madre dall'alto della Croce. Dice sant'Agostino, in una interessante interpretazione che qui Gesù sembra quasi non voler riconoscere sua Madre, perché dice: Non da te, bensì dal Padre mio viene il potere di fare i miracoli. Nel momento però della Croce Gesù dirà al suo discepolo prediletto: Ecco la tua madre, conoscendo veramente Maria come la Madre sua nell'ora dell'agonia, nell'ora della morte e della passione redentrice.

San Giovanni Crisostomo, invece, dà l'interpretazione più comune, dicendo appunto che la Vergine Santa, piena di zelo per l'onore di suo Figlio, voleva che il Cristo facesse i miracoli prima del tempo prestabilito; il Signore invece ha atteso ancora un po'. Vedete la premura di Maria, Gesù asseconda la richiesta di Maria, però non subito, Gesù attese che fosse avvertito dagli sposi il difetto del vino, affinché il miracolo fosse più opportuno, più evidente, spronasse l'uomo maggiormente alla riconoscenza. Questo rientra nella logica di Dio: è bella la premura di Maria, che ha anticipato gli eventi, ma è molto, molto fondata l'attesa di Gesù, anche per un motivo proprio apologetico. Vedete, care sorelle, come siamo fatti noialtri: non siamo facili a credere, allora Gesù per convincere gli sposi che veramente quel vino viene da Dio, non da accorgimenti umani, attende un attimo perché si rendano conto veramente di aver bisogno dell'aiuto di Dio.

Talvolta la pedagogia divina procede così anche con noi, e noi ci lamentiamo e non siamo contenti, perché diciamo: Signore, esaudiscimi, dammi quella grazia, aiutami in quella determinata circostanza, e il Signore sembra essere lontano, sembra essere in silenzio, sembra non fare nulla a nostro favore mentre noi lo imploriamo. Perché fa cosi il Signore? Perché ci conosce troppo bene. Se subito ci accontentasse, noi ce lo dimenticheremmo nel momento immediatamente seguente. Quindi, anche l'esperienza il dolore, della sofferenza, della mancanza di qualche cosa di cui abbiamo bisogno, aumenta nell'uomo il ricordo del beneficio divino e della riconoscenza che deve avere verso il suo Creatore e Salvatore.

Un'ultima riflessione ancora: quella che riguarda il mutamento dell'acqua in vino. Gesù non ha creato del vino, perché poteva fare anche così; poteva fare così il miracolo, poteva creare del vino nuovo. Invece Gesù si serve di quelle sei idrie di pietra che erano lì pronte, preparate, ciascuna colma fino all'orlo, con i servi in attesa… E che riporta a me e a te, Donna? Non è ancora giunta la mia ora e Maria, con pazienza straordinaria e soprattutto con fede incrollabile dice ai servi: Fate tutto quello che vi dirà; allora Gesù compie il miracolo e dice: Adesso attingete, e i servi attingono del vino. È Maria che ha ottenuto questo miracolo accelerando i tempi, perché Maria gode di una onnipotente intercessione presso Dio e non c'è altra via al Padre se non quella via che il Padre stesso ha tracciato, e quella via è Gesù che per chiamare gli uomini da lui redenti ad uno stato sponsale, soprannaturale, spirituale, divino, tramite l'amore della carità, compie il suo primo miracolo; e così sia.


martedì 19 gennaio 2010

ZACCHEO CERCA GESU’ E LO TROVA

ZACCHEO CERCA GESU’ E LO TROVA



“Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là.

Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua. – In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: E’ andato ad alloggiare da un peccatore! – Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto. - Gesù gli rispose: Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto” (Lc 19, 1ss).

Dice il Vangelo: Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città.

Per qual motivo Gesù attraversava la città?

Lo dice il Vangelo alla fine del brano: perché“il Figlio dell’uomo (cioè il Messia, il Salvatore) è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”. Lo scopo del viaggio di Gesù in Gerico era quello di incontrare il grande peccatore Zaccheo e salvarlo.


Gesù non va in cerca soltanto di Zaccheo, ma di ogni persona di ogni tempo e di ogni luogo. Anche noi siamo ricercati da Gesù e sollecitati a rispondere alle prove del suo amore. Ogni desiderio di bene è frutto della sollecitudine di Dio per noi ed esige la risposta, altrimenti il dialogo si blocca.


Gesù cercava Zaccheo, ma anche Zaccheo cercava Gesù. Gesù gli aveva prima toccato il cuore ed egli aveva sentito il bisogno di vederlo.

Dice il Vangelo Zaccheo “cercava di vedere quale fosse Gesù”.

Che cosa vuol dire “cercare”? Nell’originale greco la parola cercare si dice “zetéo”. Al tempo di Gesù si pronunziava “zitéo”, da cui viene la parola calabrese “zitu/zita”, sposo/sposa.

La ricerca (di cui parla il Vangelo) era e deve essere appassionata sia da parte di Gesù che da parte di Zaccheo.

Non esiste un amore più grande di quello di Dio e per Iddio.

Dunque tutti possiamo essere fortunati in amore, ma bisogna scoprire qual è il vero supremo amore, quello che riempie tutta la nostra esistenza: è l’amore dell’infinito Dio. Nessuna cretura può riempire il cuore umano.


Chi era Zaccheo? Un “capo dei pubblicani”. I pubblicani o esattori di imposte erano esosi, avidi di denaro, crudeli con tutti; erano chiamati peccatori!

Zaccheo apparteneva a questa categoria; e con la qualifica più alta, era “capo dei pubblicani”, dice il Vangelo.

Nessuno dunque dubiti della propria felicità. Tutti possiamo essere felici e ciò dipende soltanto da noi. Dio da parte sua ce lo sta dicendo con questa pagina stupenda del Vangelo.

Zaccheo, questa parola in ebraico significa “uomo giusto e santo come era giusto san Giuseppe”.

Che contraddizione era chiamare giusto un peccatore e capo dei pubblici peccatori!

Eppure Gesù riuscì ad attrarre a sé Zaccheo e a trasformarlo in discepolo fedele.

Nessuno si scoraggi; nessuno si consideri destinato alla perdizione. Tutti siamo amati teneramente da Dio infinito Amore.


Zaccheo dunque cercava appassionatamente il Salvatore; e lo trovò, secondo le parole del Vangelo: Chi cerca trova: che vuol dire: chi cerca Dio lo trova.

Dobbiamo aver fede e non scoraggiarci mai, ma cercare e ricercare fino al raggiungimento dello scopo, la nostra felicità.


Anche le persone peggiori conservano nel fondo del cuore una scintilla di bontà che può accendere un grande fuoco di amore divino e umano. Dentro ogni cuore c’è una persona amata. Dov’è amore c’è Dio. Solo nell’inferno esiste solo odio e odio per tutti: per Iddio e perfino le persone più amate in vita!

Dentro ogni cuore risuona la voce di Dio, che ripete il suo invito alla conversione e all’intimità con lui; invito delicato, insistente, potente.

Zaccheo cercava di vedere Gesù, “ma (dice il Vangelo) non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e salì su un sicomoro”.

Era un uomo temuto, molto ricco, una grande personalità nel suo ambiente. Ma davanti a Gesù dimenticò tutto: si mise a correre come un bambino incontro al papà; si arrampicò sull’albero come un monello di strada.

E tutto questo per vedere quell’uomo che passava. Gesù era ed è affascinante!

Gesù era il grande e infinito Dio; era l’inaccessibile Dio proclamato in tutte le pagine della Bibbia; cantato nella solennità dei riti nel tempio; atteso da tutte le generazioni; era il Messia, il Salvatore unico di tutto il genere umano; era Gesù che per amor nostro sarebbe morto in croce e sarebbe risorto, si sarebbe chiuso nella piccola ostia consacrata per diventare cibo e bevanda di vita, balsamo, veste, dimora, forza, rifugio e conforto, speranza e salvezza nostra. E’ quel Gesù che riceviamo nella comunione, ci consola e ci conduce alla gioia senza fine del paradiso.


L’incontro con Cristo


Finalmente si incrociarono gli occhi di Gesù e quelli di Zaccheo, il Santissimo e il pessimo. Zaccheo stava sul sicomoro e Gesù (che viene dal cielo) era a terra; e alzava lo sguardo per vedere Zaccheo: il Dio del cielo scende e si abbassa al di sotto di ogni uomo.

Zaccheo, uomo materializzato dal denaro, raramente aveva incontrato sguardi benevoli. Aveva visto volti corrucciati, li aveva fatti lacrimare amaramente e senza pietà; era maledetto da tutti. Il denaro lo aveva fatto meno che uomo. Ora però stava per diventare più che uomo, simile a Dio e consanguineo con Gesù che ci nutre con il suo corpo e il suo sangue nella comunione.


Per meritarci tanti beni, il Figlio di Dio era sceso dal cielo; aveva preso per sua dimora una stalla di animali; si era fatto per noi servo e schiavo, crocifisso e sotterrato; ultimo degli uomini per essere raggiunto facilmente da tutti.


Che cosa avrà detto Zaccheo quando vide Gesù che si avvicinava?

Avrà detto: Eccolo, è lui, proprio lui che io ho cercato di vedere. Fra poco continuerà il suo cammino; sono ugualmente felice per averlo visto.

Dio non ci rende felici per poco tempo, ma per sempre, per un’eternità che non finisce mai.


Zaccheo pensava che avrebbe terminato di ricercare Gesù. Gesù proseguiva ancora a ricercarlo fino a farlo suo grande amico per sempre.

Dice il Vangelo: Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua. – In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.

Gesù si fermò, si volse verso Zaccheo, lo chiamò per nome e gli disse che voleva essere ospitato a casa sua: Gesù alzò lo sguardo e gli disse: Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua. – In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.


Un altro discepolo di Gesù che fu chiamato per nome la prima volta che si era avvicinato al Maestro, gli disse: “Come mi conosci?” La risposta di Gesù fu: Prima ancora che tu nascessi io ti ho conosciuto e ti ho amato.

Siamo come i bambini che scoprono il volto dei genitori. Ma i genitori sono prima del bambino; il loro amore lo ha fatto nascere.

La prima lettura (Sap 11, 22-12, 2) dice: Tu ami tutte le creature esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa se tu non la vuoi bene? QUANDO DIO CHIAMA UNA CREATURA AD ESISTERE DICE CHE LA VUOLE E CIOE’ LA VUOLE BENE!


LA PROVA ELOQUENTE CHE DIO CI AMA E’ GIA’ IL FATTO CHE ESISTIAMO: nulla può esistere se non è amato da Dio!


Gesù chiama per nome cioè entra in amicizia intima. Zaccheo sta per diventare il discepolo prediletto.

Il Maestro prosegue dicendo: “Scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua.”

Scendi”, vuol dire: Vieni giù, parliamo alla pari; sono Dio, ma Dio fatto come te e crocifisso più di te, ma risorto e salvatore: siamo GRANDI amici inseparabili.

Scendi subito… In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.”

La fretta è segno di impazienza, di amore irresistibile, di gioia incontenibile, di felicità inaudita. Quale felicità è quella di diventare amici di Gesù?


E ora, Zaccheo, da vero amico, risponde con la generosità propria del discepolo fedele: è disposto a fare tutto quello che il Maestro andava insegnando. Vuole entrare in una nuova dimensione di rapporto con il prossimo perché non si può amare Dio senza amare il prossimo. Zaccheo non sarà più esattore odiato e maledetto. Ama il prossimo concretamente con la condivisione i beni e prima di tutto con il riparare il male fatto.

Zaccheo dice a Gesù: Restituisco quattro volte a coloro che ho danneggiato; e quanto mi resta sarà metà per me e metà dei poveri, come tu, Maestro,vai predicando.


Dopo questa meravigliosa conversione del peccatore pentito, nel Vangelo viene riportato il lamento dei falsi devoti, che sono peggiori di tutti i peccatori. Questi si convertono, loro molto difficilmente: Quel Gesù che si dice Salvatore “è andato ad alloggiare da un peccatore!” –

Come ci stava bene Gesù con i peccatori pentiti, infatti tutta l’umanità è peccatrice, ma si salva: 1) se riconosce di essere tale e non lo nega come i farisei; 2) si accosta all’unico Salvatore del mondo, Gesù.


Quanto era insensata la mormorazione di coloro che scandalizzati gridavano contro Gesù!

Quanta depravazione in quelle persone inconvertibili! Era gente malvagia: non aveva mai sentito i battiti del cuore di Gesù! L’integrismo o il fondamentalismo sono contrario al Vangelo.


Gesù invece uscì in un’esplosione di gioia: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa!”


Anche per noi oggi è entrata la salvezza nel cuore: abbiamo incontrato Gesù attraverso la lettura del Vangelo Fra poco lo avremo sull’altare e poi nel cuore con la comunione.


Che cosa grande è la messa, la meditazione sul Vangelo, la comunione eucaristica. Che cosa grande è il Cristianesimo! Non scambiamolo con nessuna religione!

Però occorre dedicare del tempo per coltivare l’amicizia con Gesù. Occorre dedicare tempo per la meditazione specialmente dopo la messa e dopo la comunione, altrimenti c’è il pericolo che tutto sfumi in pochi istanti, No, dobbiamo conservare Gesù sempre vivo nel cuore e adorarlo giorno e notte e goderlo con immensa gioia.


QUESTA E NON ALTRA E’ LA VERA FELICITA’!